Aversa – “L’aspetto più grave di questa vicenda è che un pubblico amministratore che si dichiara cattolico abbia così sbrigativamente rinunciato ad ogni coerenza fra fede e impegno politico, tradendo i principi anche grazie ai quali è stato eletto”. Ad affermarlo, in una nota inviata al vescovo della diocesi di Aversa Angelo Spinillo, in relazione al matrimonio della trans Alessia Cinquegrana, facendo riferimento alla vicesindaca normanna Federica Turco, è un nutrito gruppo di associazioni cattoliche.
“L’amministratore – continua la nota – ha giustificato il suo operato asserendo di aver dovuto adempiere al proprio dovere di pubblico ufficiale, facendo finta di ignorare che avrebbe potuto e dovuto praticare l’obiezione di coscienza”.
Subito dopo vengono ricordate le parole del pastore normanno: “Siamo grati a monsignor Angelo Spinillo che, invece, con chiarezza e coraggio, ha denunciato la ‘confusione di ruoli’ a cui si è dovuto assistere ed ha ribadito come per essere genitori occorra essere “un uomo e una donna veri” senza tentativi di modifiche ‘contro natura’. Soprattutto a tutela dei bambini che devono essere difesi e crescere ‘in una famiglia composta naturalmente da un padre e da una madre’”.
“Senza operare alcun tipo di discriminazioni – ha dichiarato, da parte sua, la Turco – i due sposi sono venuti presso la casa comunale più volte, chiedendoci ufficialmente che fosse un membro di questa amministrazione a celebrare il matrimonio civile che la legge consente. Ricordo che Alessia è stata riconosciuta per l’ordinamento statale quale donna in seguito a una sentenza del 2015. Ne abbiamo discusso in giunta e, considerata l’assenza del sindaco, abbiamo convenuto che fossi io a celebrare questo matrimonio. Abbiamo adempiuto al nostro dovere così come recita la Costituzione che esclude ogni tipo di discriminazione in base a sesso, religione e razza”.