Napoli, presentato il docufilm “Almeno credo”: ragazzi e religioni a confronto

di Redazione

Napoli – Presentazione napoletana per il docufilm di Gualtiero Peirce, prodotto da Beppe Attene, “Almeno credo”, che vede ragazzi cattolici, musulmani, ebrei a confronto. Nella libreria Raffaello del quartiere Vomero di Napoli con gli autori c’erano Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, e Tjuna Notarbartolo, direttore del Premio Elsa Morante, ad introdurre la proiezione integrale del film.

Dieci anni fa un gruppo di bambini cattolici, ebrei e musulmani raccontava il proprio Dio in un documentario di Gualtiero Peirce intitolato ‘Primo giorno di Dio’. A emergere fu la constatazione che, nonostante la diversità di luoghi, abiti e rituali, i bambini chiedevano a Dio le stesse cose e ricevevano le stesse risposte. Cosa sono diventati oggi quei bambini? E, da adolescenti, come vivono il rapporto con la religione?

Gualtiero Peirce li ha ritrovati e li ha di nuovo messi a confronto: nasce così “Almeno credo”, la cui storia raccontata oggi inizia quando in una scuola cattolica era l’anno 2007, nelle aule ebraiche il 5767 e fra i banchi islamici il 1527. Per giorni, le telecamere ripresero la vita dei bambini e degli insegnanti di tre classi confessionali di Roma: la scuola cattolica “Antonio Rosmini”, l’istituto ebraico “Vittorio Polacco” e la scuola integrativa della moschea “El Fath”. Ai ragazzi fu chiesto di raccontare il proprio modo di intendere l’amore, il diavolo, il rispetto, il paradiso, la creazione del mondo.

Le telecamere sono tornate a osservarli e ad ascoltarli a distanza di un decennio. Il mondo è un altro, attorno e nel nome delle Religioni sono successe tante cose, alcune orribili e inaspettate, e quei bambini sono diventati donne e uomini giovanissimi che iniziano a camminare da soli in una realtà sempre più complessa. Li unisce lo sguardo accogliente verso il prossimo e verso il futuro, forse ancora più profondamente uguali. Come Safa e David, che da piccoli stavano lei nella scuola musulmana e lui in quella ebraica, e che oggi frequentano lo stesso liceo, un istituto aereonautico dove condividono il medesimo sogno: volare.

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