Se non fosse irriverente, la storia di Giustina e Pasquale potrebbe definirsi “fuga di disabili”. Una coppia, marito e moglie, entrambi con difficoltà motorie che hanno scelto di lasciare Trentola Ducenta, loro paese d’origine, per andare a Milano, nella certezza (visto che vi sono già stati) che lì quelli come loro vivono meglio perché vi è maggiore assistenza.
Una storia amara, ma reale. Scrivono al primo cittadino del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala e a tutti i milanesi: “Siamo due coniugi, affetti da gravi disabilità, ci troviamo per la prima volta a scriverle pubblicamente a causa di un forte disagio che stiamo vivendo in questi anni, da quando ci siamo trasferiti a Trentola Ducenta, dopo aver vissuto i nostri anni più belli, l’infanzia e la giovinezza a Milano, la città che riteniamo, la nostra, pur essendo noi due campani”. “Negli anni milanesi – ricordano – siamo stati ospiti della struttura Don Gnocchi, poiché affetti da poliomielite, che ci ha poi costretti a vivere una intera vita con la disabilità. Disabilità di per sé molto grave e invalidante, ma, sino a quando eravamo a Milano, grazie all’assistenza e ai servizi cittadini, non ne avvertivamo il peso, così come lo avvertiamo oggi. Un macigno che ci rende invivibile e faticosa l’esistenza”.
“Per questo, – continuano – non volendo disprezzare la Campania, nostra terra natia, che pur essendo meravigliosa per molti aspetti, sul piano dell’assistenza e dei servizi sanitari ed in particolare per i disabili, è anni luce indietro rispetto a Milano e alle altre città europee. Ormai, abbiamo raggiunto una certa età, siamo soli e non riusciamo più a vivere, anzi a sopravvivere in queste condizioni. Il nostro sogno è tornare a Milano, lì dove ci sentiamo a casa”.
Da qui l’appello al primo cittadino ambrosiano: “Ci appelliamo a Lei, signor Sindaco, e a tutti i milanesi, affinché non resti indifferente alla nostra richiesta di essere accolti a Milano, in una casa adeguata alle nostre esigenze. Noi, attualmente, paghiamo un mutuo per la casa in cui siamo e vorremmo venderla per trasferirci”.
“La preghiamo – concludono i due coniugi – di realizzare il nostro desiderio, che nulla toglie ad altri, ma tanto darebbe a noi. Tante sono le figure professionalmente preparate, pronte a supplire ad ogni incombenza, quelle che si trovano a Milano. Questo ci ha fatto sentire fortunati in passato e ci renderebbe felici oggi. In poche parole, con grande fatica e volontà, con la collaborazione di tutte queste figure, potrebbe essere avviato un lavoro importantissimo per migliorare le nostre condizioni di vita. Ci appelliamo a lei perché crediamo ancora che ci sia uno spiraglio di speranza affinché noi possiamo essere ancora felici, lì dove lo siamo stati per anni”.