È raro sentire le parole “giovani” e “sindacato” in una stessa frase. “I giovani non sono vicini a questo aspetto del lavoro (aspetto fondamentale perché legato al diritto)”: è quanto si evince da una ricerca sul campo. Per far fronte a questa strana distanza che si è venuta a creare tra “gioventù” e “sindacalismo” nel 2014 è nato un progetto sostenuto dalla Commissione europea.
Nel mese di maggio 2015, durante la conferenza giovani tenutasi in Croazia, dove circa 150 ragazzi si sono riuniti per condividere esperienze e discutere le problematiche relative alla loro inclusione e coinvolgimento nei sindacati, è stato scelto il titolo: “Just go for it!”, che potrebbe essere tradotto con “Proviamoci!” o “Facciamolo!”.
Sono seguiti tre seminari per approfondire le tematiche connesse al cambiamento sindacale, per rendere il sindacato attrattivo per i giovani e, soprattutto, sensibile ad essi.
Dalle discussioni sono emersi consigli per migliorare la situazione, raccolti in un opuscolo tradotto in varie lingue (anche l’italiano): l’opuscolo è di 46 pagine e se ne parla ora, nel 2017, dopo due anni, perché si sta diffondendo sempre di più. Il sogno Ue di vedere “giovani” e “sindacato” in una stessa frase sembra si stia realizzando.
L’opuscolo affronta tutti i problemi relativi al lavoro: un quadro storico con riferimenti alla crisi del mercato, alle varie forme di flessibilità lavorative introdotte dai governi, passando per un’analisi sul pensiero dei giovani nei confronti del sindacato; indagine sulla situazione dei giovani nei contesti lavorativi e così via.
Ci sono anche interessanti riferimenti a leggi e iniziative poco conosciute come l’istituzione della Garanzia Giovani: un programma che ambisce a ottenere che tutti i giovani fino ai 25 anni ricevano un’offerta qualitativamente valida entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dell’istruzione formale, una misura la cui efficacia è ancora da provare.
L’aspetto fondamentale dell’iniziativa è quello di “incentivare” i giovani a iscriversi al sindacato. Ad esempio, creando una quota diversa a seconda del diverso stato dei giovani (a tempo indeterminato, determinato, in cerca di occupazione e via elencando). Ma non solo: vanno considerati anche incentivi sociali ed educativi, come assicurazioni, borse di studio e creazione di una comunità in cui socializzare.
È bene ricordare che prima di queste operazioni di sensibilizzazioni europee non vi erano prove certe di atteggiamenti negativi da parte di giovani verso il sindacalismo, è tuttavia provato che in questi due anni i giovani intervistati si sono dimostrati consci dell’importanza nell’iscriversi a un sindacato quale luogo dove trovare informazioni e cercare sostegno.