Assicurazioni false, scoperta frode da 400mila euro

di Redazione

Dopo oltre due anni di indagini, è giunta al termine un’operazione condotta dalla guardia di finanza di Cagliari che, sotto la direzione della locale Procura, ha scoperto un’articolata truffa in danno delle compagnie assicurative posta in essere da un’agenzia operante nell’hinterland cagliaritano.

I finanzieri del gruppo tutela economia del nucleo di Polizia tributaria hanno denunciato quattro soggetti per aver esercitato abusivamente, in concorso tra loro, l’attività di intermediazione in materia assicurativa senza alcun mandato e in assenza delle prescritte autorizzazioni dell’Ivass (istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), nonché 382 sottoscrittori di polizze per frode assicurativa.

L’operazione ha tratto origine da una accurata attività di intelligence sul territorio che ha consentito di individuare una presunta agenzia di assicurazioni ritenuta di interesse investigativo alla luce dell’elevato numero di clienti – soprattutto stranieri – cui forniva i propri servizi e delle condizioni finanziarie estremamente competitive offerte per la loro erogazione.

Le preliminari attività di controllo documentale, effettuate presso la sede della società, consentivano di appurare che l’attività di intermediazione in campo assicurativo veniva svolta in completo regime di abusivismo (in assenza, cioè, dei requisiti di cui all’articolo 305 del decreto legislativo 209/2005 – codice delle assicurazioni private). Ne conseguiva che anche l’asserita riconducibilità dell’agenzia a note realtà del settore (ad esempio Linear, Unipol, Direct Line, Genialloyd, Groupama, Allianz, Zurich, Cattolica, Quixà, Helvetia) era del tutto falsa, in quanto priva sia della prescritte autorizzazioni da parte dell’Ivass che dei mandati di rappresentanza delle compagnie assicurative.

Il conseguente sequestro di tutta la documentazione rinvenuta e la sua successiva analisi consentivano, quindi, agli investigatori di delineare i diversi profili di responsabilità e disvelare la raffinata architettura alla base del sistema di frode. In particolare, lo schema operativo prevedeva – come primo step – al fine di attirare il maggior numero di clienti, la pubblicizzazione, sulla vetrina dell’agenzia, di forti scontistiche sulle più diverse forme di copertura assicurativa.

Una volta all’interno, il potenziale cliente era indotto a pensare di trovarsi di fronte ad un operatore “multimarca”: in realtà, il soggetto economico investigato operava semplicemente in nome e proprio conto, cercando le migliori offerte commerciali direttamente sulla rete internet.

Una volta individuato il preventivo più adatto alla singola esigenza, veniva messo in atto un pactum sceleris tra l’operatore ed il contraente: difatti, per ottenere una scontistica particolare, i moduli dei preventivi venivano modificati, in singolo accordo tra il venditore e l’acquirente, indicando età anagrafiche, residenze, appartenenze a pubbliche amministrazioni difformi dal reale o completamente inventate, attraverso le quali, il premio assicurativo subiva una forte diminuzione (fra le tante situazioni anomale, è stata perfino riscontrata l’appartenenza di un soggetto di nazionalità cinese all’Esercito italiano).

A quel punto, il veicolo per il quale era stato stipulato il contratto risultava effettivamente assicurato. Difatti, anche da un controllo incrociato delle diverse banche dati a disposizione degli enti preposti ai controlli (come, ad esempio, quelle relative alle telecamere delle zone ztl, agli autovelox, ai tutor, ai telepass, nonché al nuovo dispositivo autoscan) od anche mediante semplici applicazioni per smartphone, risultava che gli automezzi interessati erano del tutto in regola con gli obblighi previsti in tema di assicurazione per responsabilità civile.

L’illecito emergeva solo all’atto del verificarsi di un eventuale sinistro. In questo caso, le compagnie assicurative, riscontrata la palese difformità tra l’identità anagrafica dichiarata nella polizza e quella reale, e rilevata la frode, si vedevano automaticamente costrette a disconoscere il pagamento di qualsiasi somma a titolo di risarcimento. Un meccanismo truffaldino ben congegnato ed estremamente pericoloso per tutti coloro che potessero trovarsi coinvolti, come parte lesa, in situazioni di sinistro stradale con controparte alcuno dei mezzi così fittiziamente assicurati.

Al termine dell’indagine, durata più di due anni, tutti i 382 soggetti sottoscrittori di oltre 800 polizze assicurative negoziate attraverso il citato sistema fraudolento, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria di Cagliari per frode assicurativa. Il valore complessivo delle polizze false emesse è stato stimato in circa 400mila euro.

Ulteriori approfondimenti di indagine hanno altresì consentito di appurare che i responsabili dell’agenzia abusiva, nell’inoltrare le pratiche assicurative alle sedi centrali delle compagnie, apportavano, all’insaputa dei contraenti, alcune modifiche ai preventivi, diminuendone il costo ed intascando la differenza, pari a circa 100/150 euro a polizza. In questo modo, i responsabili riuscivano ad appropriarsi illecitamente di oltre 65mila euro.

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