Ha padre marocchino e madre italiana il terzo terrorista degli attacchi di Londra. Youssef Zaghba, questo il nome del killer, nato nel 1995, venne fermato a Bologna, dove vive la madre, nel 2016 mentre stava cercando di imbarcarsi su un volo per la Turchia, da dove avrebbe raggiunto la Siria. Era stato segnalato dalla sicurezza italiana sia alle autorità britanniche sia a quelle marocchine.
Il 15 marzo 2016 fu fermato all’aeroporto Marconi con soltanto uno zaino e un biglietto di sola andata per Istanbul. Non diede spiegazioni sulle ragioni del suo viaggio né sulla sua destinazione, anzi inizio’ ad agitarsi. Fu avvisato il procuratore aggiunto Valter Giovanni, all’epoca coordinatore del gruppo “terrorismo” della Procura, il quale intervenne direttamente affinché il giovane non fosse fatto imbarcare, in attesa di approfondimenti. Gli furono sequestrati il passaporto e il telefonino, all’interno del quale erano presenti immagini e video di contenuto religioso, e nonostante non ci fossero riferimenti espliciti e significativi al fondamentalismo jihadista, fu segnalato come sospetto “foreign fighter”.
Zaghba aveva vissuto per un periodo con il padre e la madre in Marocco. Quando si sono separati la madre è rientrata in Italia e si è stabilita in provincia di Bologna, città in cui il figlio è stato denunciato per terrorismo internazionale e in un secondo momento prosciolto, pur rimanendo inserito nelle liste delle persone a rischio. Dopo l’episodio di Bologna Zaghba fu monitorato dall’intelligence e risulta non aver vissuto in Italia stabilmente, anzi la sua presenza fu limitata a brevi periodi per visite. Per il resto ci furono spostamenti tra il Marocco e Londra, dove aveva ottenuto un lavoro stagionale in un ristorante e da dove continuava ad avere contatti con la madre in Italia.
La madre di Youssef Zaghba ha collaborato con le forze di polizia italiane dopo che il figlio fu fermato all’aeroporto. Dopo aver bloccato e segnalato Zaghba, la polizia perquisì anche l’abitazione della donna, senza trovare alcun elemento d’interesse investigativo. In quell’occasione però la madre si mostrò molto preoccupata per il comportamento del figlio e decise di collaborare con le forze di polizia. Da quel momento, la Polizia di Prevenzione ha monitorato Zaghba ogni volta che è venuto in Italia.
E’ stata la Metropolitan Police di Londra a comunicare al Dipartimento della Pubblica Sicurezza il coinvolgimento di Zaghba negli attentati di sabato scorso. Da quel momento c’è stato un continuo scambio di informazioni tra le autorità italiane e quelle britanniche, alle quali è stato assicurato il pieno sostegno di tutto l’apparato antiterrorismo.