Vasta operazione antimafia della polizia di Catanzaro che ha eseguito provvedimenti di fermo di indiziato di delitto a carico di membri attivi della cosca Giampà, operante in Lamezia Terme.
I destinatari della misura restrittiva sono ritenuti colpevoli di associazione di stampo mafioso e di numerose estorsioni a carico di esercizi commerciali ed imprenditori operanti nella città di Lamezia Terme, nonché di atti intimidatori consistiti nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l’utilizzo di ordigni esplosivi. Agli indagati sono inoltre contestati numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le attività investigative, condotte, con il concorso del Servizio centrale operativo, dai poliziotti della squadra mobile di Catanzaro e del commissariato di Lamezia Terme, – coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nelle persone del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e del pm Elio Romano, con la supervisione del procuratore capo Nicola Gratteri – hanno permesso di accertare che taluni soggetti appartenenti alla cosca, tornati in libertà dopo l’espiazione delle condanne riportate a seguito delle operazioni di polizia “Medusa” e “Perseo” o all’atto dell’ammissione a misure cautelari alternative alla detenzione, si sono riattivate con il fine di reimporre la loro influenza criminale nelle zone storicamente controllate dalla cosca di riferimento.
Nell’ambito dell’operazione, denominata “Filo Rosso”, sono stati fermati, a Lamezia Terme, Gianluca Giovanni Notarianni, alias “Luca”, 24 anni; Saverio Grampa’, 30 anni; Pasquale Notarianni, 31 anni; Luigi Leone, 33 anni; Giuseppe Cappello, alias “Cutulicchio”, 33 anni; Michele Bentornato, alias “U Grassu”, 32 anni Fabio Vescio, 20 anni; Alessandra Folino, 31 anni; a Pizzo Calabro, nel Vibonese, invece, è stato bloccato Michael Mercuri, 28 anni.
I fermi di oggi, secondo gli inquirenti, si sono resi necessari e urgente per le gravi frizioni interne al gruppo registrate nella ultima fase delle indagini, giungono a cinque anni esatti dall’operazione “Medusa”, nel corso della quale erano stati tratti in arresto, tra gli altri, alcuni dei fermati di oggi e alcuni loro parenti.
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