Avrebbero riversato illecitamente una ingente quantità di rifiuti nelle campagne di Manfredonia e in altre zone della provincia di Foggia con la complicità di una società di servizi ambientali di San Severo, la Lufa Service srl, e attraverso l’impiego di automezzi dell’impresa Pulitem srl di Casalnuovo di Napoli. Diciannove misure cautelari personali (5 in carcere, 9 ai domiciliari, 2 obblighi di dimora, 2 divieti di dimora e 1 divieto di esercizio dell’attività d’impresa) e il sequestro preventivo di beni per il valore complessivo di oltre 9,3 milioni di euro.
Questo il bilancio dell’operazione ‘In Daunia Venenum’ contro il traffico organizzato di rifiuti in concorso. Ipotizzati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari anche i reati di falso ideologico in atto pubblico, corruzione, falso, realizzazione e gestione di discarica abusiva e una serie di illeciti amministrativi.
Sono 46 gli indagati (42 persone fisiche e 4 società). Le indagini sono state condotte da militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari e da agenti del Commissariato di polizia di Manfredonia. Traffico organizzato di rifiuti in concorso, corruzione, falso ideologico in atto pubblico, contravvenzioni ambientali, realizzazione e gestione di discarica abusiva: queste le accuse. Beni sequestrati per 9,3 milioni di euro. Oltre 130 poliziotti e finanzieri sono impegnati nell’esecuzione delle ordinanze a Bari, San Severo, Cerignola, Zapponeta, Casalnuovo di Napoli, Pozzuoli, Pollena Trocchia, Mariglianella, Napoli, Barletta, Mola di Bari, Gravina in Puglia e Modugno.
Il traffico dei rifiuti al centro delle indagini ha avuto come direttrice l’asse Campania-provincia di Foggia: secondo gli inquirenti, ha rivelato l’esistenza di una organizzazione criminale, che ha riversato, illecitamente, rifiuti nell’agro di Manfredonia e di altre zone della provincia. Trasportati rifiuti provenienti dalla Regione Campania, “in quantità assolutamente sproporzionate alla capacità ricettiva e di lavorazione del sito”, “provvedendo semplicemente, dopo una parvenza di lavorazione, a sversare il materiale sui terreni agricoli nelle propria disponibilità o di soggetti compiacenti”.
Il totale del materiale illecitamente sversato, dal 2010 al 2014, è stato quantificato in un range compreso tra un minimo di 25mila tonnellate e un massimo di circa 100mila tonnellate. “In connessione con questi illeciti, sono state accertate altresì altre condotte delittuose, tra cui alcuni reati di falso ideologico nonché alcuni episodi di corruzione di un pubblico ufficiale, dirigente di una unità operativa complessa dell’Arpa Puglia”.