Avevano “messo in piedi” una vera e propria e propria officina clandestina dove smontavano e modificavano scooter, motociclette o addirittura autocarri uniti da un solo punto in comune: erano mezzi rubati in provincia di Torino.
Ciò che ne ottenevano, lo mettevano poi in vendita via Internet, dove le maglie dei controlli sull’e-commerce spesso consentono di farla franca. Ma non è stato il caso di due italiani (un 35enne torinese, M.M., e un 60enne di Caserta), che sono stati denunciati dagli uomini della Guardia di Finanza con l’accusa di ricettazione.
Tutto è partito quando i Finanzieri del Gruppo Torino hanno individuato, tramite un noto sito di e-commerce, alcuni soggetti dediti a vendere abitualmente e a prezzi particolarmente vantaggiosi ciclomotori, apecar e altri mezzi da lavoro.
Le indagini hanno indotto gli inquirenti a concordare con i rivenditori un appuntamento fingendo di essere interessarti alla merce proposta. All’incontro, però, si sono presentati proprio i finanzieri, a cui i due malviventi hanno cercato di vendere per poche centinaia di euro un apecar risultata però rubata pochi giorni prima a Torino.
Sono così scattate ulteriori perquisizioni, che hanno portato i Baschi Verdi del Gruppo Torino in un cortile di corso Vercelli, quartiere barriera di Milano, dove all’interno di due box era stata allestita un’officina vera e propria, ma totalmente abusiva. Qui gli uomini della gdf hanno rinvenuto pneumatici, decine di elettroutensili, gruppi elettrogeni, saldatori, trapani e altro materiale ancora, utile per modificare carrozzerie e telai, oppure motori.
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