Il Po è ridotto a poco più di un rivolo di appena 13 centimetri a soli 30 chilometri dalla sorgente, sprofondando fino a tre metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca, a Pavia. Il lago Maggiore è sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli dell’anno scorso, non sta meglio il lago di Como, cui ne mancano 35 rispetto allo stesso periodo del 2016.
È quanto emerge dai dati diffusi dalla Coldiretti Lombardia sui principali bacini della regione. “Questo inverno abbiamo avuto l’80 per cento di piogge in meno, la primavera non è andata molto meglio e l’estate sembra iniziata male dal punto di vista delle acque — ha sottolineato il presidente Ettore Prandini —, e la situazione potrebbe peggiorare ancora se non dovesse piovere in maniera costante nei prossimi giorni e settimane”.
Al quadro, già di per sé non incoraggiante, si aggiungono il lago di Iseo, che ha un’altezza idrometrica di 78,5 centimetri contro una media di 96,3 e il lago di Garda che ha un’altezza di 68,8 centimetri contro una media di 104,3.
Nelle prossime due settimane i bollettini meteo garantiscono il passaggio di una perturbazione, a partire da lunedì 26 giugno sino a giovedì 29 giugno, che dovrebbe portare precipitazioni anche consistenti sulle le zone pianeggianti. Ma l’allarme resta alto. “Se dovesse perdurare la situazione di criticità — ha annunciato il presidente dell’Unione regionale dei Consorzi lombardi, Alessandro Folli —, siamo pronti a chiedere al governatore Maroni e all’assessore Beccalossi lo stato di calamità”.
Pioggia o non pioggia, il precario stato di salute dei corsi d’acqua lombardi richiede una risposta strutturale. E una proposta arriva dalla Coldiretti: creare una serie di riserve strategiche di acqua, come già esistono quelle di gas e petrolio. “Usando solo il 10 per cento di tutte le cave dismesse presenti nella regione – ha spiegato Prandini —, si potrebbero creare bacini per 90 milioni di metri cubi di acqua, una misura pari alla metà di tutto il Lago di Como oppure a quasi una volta e mezzo quello di Iseo”.
In Lombardia la provincia con il maggior numero di cave dismesse è Pavia con 952 siti, seguono Mantova con 598, Milano con 403, Brescia con 269, Bergamo con 158, Sondrio con 141, Cremona con 129, Varese con 108, Lodi con 89, Lecco con 42 e infine Monza e Como con una a testa.