Cristina Comencini ha debuttato domenica 11 giugno (replica il 12) al Napoli Teatro Festival Italia, con “Tempi Nuovi”. In scena nel Cortile d’onore di Palazzo Reale, lo spettacolo accende i riflettori su un nucleo familiare investito dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca, tra elettronica, mutamento di mestieri, saperi e nuove relazioni.
Quattro i protagonisti della vicenda: Giuseppe (il padre), interpretato da Ennio Fantastichini, Sabina (la madre) è Iaia Forte, Antonio (il figlio) è Nicola Ravaioli, Clementina (la figlia) Marina Occhionero. I costumi sono di Antonella Berardi, le scene di Paola Comencini. In questo nuovo lavoro teatrale Cristina Comencini, autrice e regista dello spettacolo, realizza un ritratto minuzioso delle tante dinamiche, psicologiche e relazionali, che scattano nel passaggio generazionale tra uomini e donne, genitori e figli, alle prese con i tanti, troppi e repentini, cambiamenti nelle abitudini, nel linguaggio, nella conoscenza e nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
Il testo propone questo “terremoto”, nel ritrarre, evidenziando gli aspetti surreali e comici dei vari accadimenti, la vita dei quattro personaggi alle prese con le implicite contraddizioni e con le difficoltà di “un tempo in cui tutto ci appare troppo veloce per essere capito, ma in cui siamo costretti comunque a immergerci e a navigare a vista”.
Giuseppe (Ennio Fantastichini) è uno storico che vive circondato da migliaia di libri, carico di tutto ciò che ha studiato e scritto. Il figlio Antonio vola invece leggero nella sua epoca fatta di collegamenti rapidi e senza legami col passato, tranne quando deve scrivere il compito sulla Resistenza e ha bisogno del sapere del padre.
Sabina (Iaia Forte) è la moglie di Giuseppe: una giornalista che ha seguito un corso di aggiornamento sull’elettronica, per imparare a dare una notizia in cinque righe, per non essere sbattuta fuori dal giornale in cui lavora. In virtù di questo, la donna si sente, come ripete spesso al marito, moderna. Clementina è la figlia maggiore della coppia, che vive fuori casa: i genitori la credono felicemente fidanzata con Davide, ma lei ha in serbo per loro una notizia che metterà a dura prova la (presunta) modernità della madre.
Il vero colpo di scena, inaspettato nella routine della famiglia, è consegnato a Giuseppe, l’unico che ancora rappresenta il legame evidente con il passato. Uno storico di professione, un deciso “negazionista” della modernità, alla quale sembra addirittura impermeabile. Sarà proprio lui, insospettabile nello sviluppo di questa saga familiare, a pronunciare parole emblematiche e imporre la sua nuova linea alla famiglia. “Volevate fare faticare solo me, portare tutto il peso di quegli oggetti con le pagine? Mentre voi tranquilli, leggeri, veloci, giovani … No, non ci sto!” è la battuta che Cristina Comencini gli affida, consegnando al pubblico, nella sua ribellione, una verità che è anche una possibile via d’uscita.
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