Carinaro, Stefano Masi contesta il congresso del Pd: “Pende un ricorso, non è legittimo”

di Redazione

Stefano Masi, in nome e per conto anche di molti altri iscritti al circolo Pd di Carinaro, in una nota inviata ai vertici nazionali, regionali e provinciali del partito, contesta la convocazione del congresso cittadino in programma domenica 11 giugno per l’elezione del segretario e del direttivo del circolo, annunciando di volerlo “disertare”.

“La decisione di non partecipare – spiega Masi – nasce dalla mancanza di certezza della platea congressuale, atteso che sulle operazioni del tesseramento per il 2016 pende un ricorso agli organismi provinciali, regionali e nazionali  a causa delle gravi e ripetute violazioni delle regole del partito, commesse alla presenza del commissario provinciale Mirabelli, e che riguardavano i tempi assegnati alle operazioni del tesseramento (solo 2 ore), il mancato rinnovo della tessera a molti iscritti presenti – persino all’ultimo segretario del circolo e all’ex sindaco del paese, uno dei fondatori del Pd -,  fino ad arrivare all’iscrizione a persone addirittura assenti  alle operazioni di tesseramento, ed infine l’iscrizione tra i ‘rinnovi’ a persone che nel 2015 non risultavano iscritti al nostro partito”.

“Pur avendo rappresentato le ragioni per le quali, in presenza della descritta situazione, si consigliava di rinviare il congresso – sottolinea Masi – c’è stato chi irresponsabilmente ha deciso comunque di andare avanti, senza rendersi conto che, così facendo, contribuiva a trasformare la già precaria situazione in atto in una frattura non più sanabile. È di tutta evidenza che un partito che nega la tessera ai suoi storici rappresentanti non avrà titolo poi per sindacare le scelte che le imminenti elezioni politiche ci chiameranno a compiere”.

“Le responsabilità – conclude l’esponente dem – saranno di quei livelli provinciali che hanno governato il nostro partito e dei suoi ‘papaveri’, che da oltre tre anni hanno riservato alla situazione di Carinaro soltanto un atteggiamento di incomprensibile silenzio, se non l’attenzione di una vergognosa connivenza. Ci auguriamo che nessuno di essi avrà a pentirsene”.

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