La polizia di Frosinone ha eseguito alcune misure cautelari e perquisizioni nei confronti di ultras del Napoli resisi responsabili dell’aggressione in danno di tifosi juventini. I fatti risalgono al 15 maggio scorso e avvennero presso l’area di servizio “La Macchia Ovest” nel territorio di Anagni (Frosinone) dopo la partita Roma-Juventus.
L’operazione – secondo filone dell’operazione “Macula” – è condotta dagli uomini della Digos della Questura di Frosinone e della Sottosezione Polizia Stradale di Frosinone, coadiuvati dalla Digos della Questura di Napoli.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno ricostruito con attenzione il ruolo ricoperto dai singoli indagati all’interno del clan camorristico Esposito-Genidoni, che è storicamente attivo nel quartiere della Sanità. Le accuse a carico degli arrestati vanno dall’associazione di tipo mafioso alla detenzione illegale di arma da fuoco, dalla detenzione illecita di sostanze stupefacenti al tentato omicidio con l’aggravante dell’articolo 7.
Un’indagine complessa portata avanti da polizia e carabinieri incentrata oltre che su Antonio Genidoni, ritenuto il capo del clan, ma anche su altre persone collegate al suo nucleo familiare ed alcuni suoi uomini fidati. Inoltre le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito di far luce sugli autori del tentato omicidio di Francesco Bara, successivamente ucciso nel dicembre del 2012.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, oltre a Antonio Genidoni, vi sono anche la madre Addolorata Spina; la moglie Vincenza Esposito, Alessandro D’Aniello e Emanuele Salvatore Esposito, Walter Mallo, Francesco Spina, Salvatore Basile e Agostino Riccio.
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