Gli agenti del commissariato di Aversa hanno tratto in arresto Raffaele Conte, 64 anni, del posto, ritenuto responsabile di atti persecutori, lesioni pluriaggravate, minacce e resistenza al pubblico ufficiale, tentato danneggiamento seguito da incendio e porto di armi impropria sulla pubblica via.
Questi i fatti. I poliziotti sono intervenuti a seguito di richiesta di pronto intervento di una congiunta di Conte, una giovane donna abitante al suo stesso indirizzo. Tornata dal lavoro intorno alle 14, insieme alla figlia di cinque anni, la donna ha notato la bici di quest’ultima poggiata sul muro perimetrale esterno dell’edificio dove abita, completamente bruciata, e la parete su cui era appoggiata annerita dalle fiamme appiccate. Salita al terzo piano dello stabile, la ragazza ha dovuto constatare che anche l’uscio di casa era stato incendiato dall’esterno e solo l’intervento dei vicini di scala aveva impedito alle fiamme di propagarsi per l’intero edificio.
A quel punto, enormemente preoccupata per quanto accaduto, avvedutasi che tale ennesima azione persecutoria fosse stata opera del suo parente, ossia di Raffaele Conte, la giovane, entrando nel suo appartamento, incurante che le fiamme non fossero ancora del tutto spente, chiamava la polizia. Proprio mentre giungevano sul posto gli agenti, Conte usciva dalla sua abitazione, arrivava al piano terra, e minacciava e schiaffeggiava la giovane, avendo con sé anche un coltello da cucina che i poliziotti immediatamente gli sottraevano. Non solo. L’uomo minacciava persino gli agenti, intimandoli ad allontanarsi e costringendoli ad intervenire con la forza per impedirgli che potesse ferire la parente.
Dagli accertamenti emergeva che il 64enne era stato tratto in arresto, a partire dal 7 ottobre 2002, quindi da 15 anni a questa parte, per ben dieci volte e sottoposto a misure cautelari e condannato al carcere per gli stessi reati poiché affetto da un accanimento morboso nei confronti della ragazza, la quale ha provveduto a sporgere l’ennesima querela nei suoi confronti. La polizia faceva giungere sul posto un’ambulanza del 118 per sedare l’uomo, per poi condurlo nel carcere di Poggioreale.