La spiaggia fascista di Chioggia, indagato il gestore. Salvini: “Pronto a difenderlo”

di Redazione

E’ indagato dalla Procura di Venezia Gianni Scarpa, il gestore della “spiaggia fascista”, la “Punta Canna” di Chioggia, dopo la denuncia trasmessa dalla Digos riguardante cartelli esposti nel lido balneare inneggianti al regime di Benito Mussolini. Il reato ipotizzato è apologia di fascismo, in violazione della legge Scelba.

Nel fascicolo sul tavolo del procuratore capo Bruno Cherchi e del sostituto procuratore Francesca Crupi, titolare dell’indagine, insieme alle immagini dei manifesti del Duce, dei saluti romani, dei rimandi alle leggi del Ventennio, sono confluiti anche gli audio pubblicati da Repubblica, che ha sollevato il caso Chioggia.

Nel provvedimento consegnato al gestore del lido gli è fatto divieto anche di diffondere con gli altoparlanti discorsi che esaltano il fascismo, così come affiggere cartelloni con scritte del tipo: “Se non ti piace, me ne frego” o “La legge della giustizia nasce dalla canna del fucile”. Il gestore, finito nel tritacarne dei social network, le ha definite “semplici goliardate”. Rischia, tuttavia, di subire ulteriori risvolti negativi. Con l’apertura del fascicolo a carico del gestore, insieme all’ordinanza già disposta dal prefetto, l’amministrazione comunale di Chioggia potrebbe anche revocare la concessione demaniale del lido.

Ma in difesa di Scarpa è sceso in campo direttamente Matteo Salvini. “Pazzesco. Lasciate lavorare in pace la gente! Con assassini, spacciatori e clandestini a spasso, lo ‘stato italiano’ processa le idee”, scrive su Facebook il segretario della Lega Nord, sottolineando di volersi mettere “a disposizione di Gianni per un’eventuale difesa legale, mi viene voglia  di andare a trovarlo a Chioggia”. Salvini ha concluso il post con gli hashtag #pdacasa e #leideenonsiprocessano.

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