False onlus dietro l’accoglienza dei migranti. Un giro di fatture false è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Siracusa e così la Prefettura aretusea non dovrà versare 359.505 euro ad una società cooperativa che si occupava della gestione di un centro di accoglienza per migranti.
La seconda sezione del Tribunale di Siracusa ha emesso una sentenza che rappresenta un nuovo corso sull’azione della Pubblica amministrazione nell’assicurare la pretesa erariale. Un caso che trae origine dall’operazione ‘Affare immigrazione’ portata a segno dalla Guardia di finanza di Siracusa nel 2016.
Durante una serie di controlli sulla gestione dell’accoglienza temporanea di immigrati in regime di convenzione da parte di strutture localizzate nelle vicinanze dei luoghi di sbarco e gestiste da associazioni e onlus, infatti, emerse un quadro evasivo per 4.252.177 euro, fatture per operazioni inesistenti per 1.351.004 euro. Diciannove persone furono segnalate per reati tributari all’autorità giudiziaria di Siracusa e cinque onlus vennero disconosciute. Furono individuati, inoltre, due evasori totali e un paratotale con la richiesta di sequestro per equivalente per 920.122 euro.
Tra questi controlli emerse il caso cooperativa che avrebbe mascherato, nella veste di ‘ente associativo no-profit’, la reale natura giuridica di impresa commerciale. La compagnia di Siracusa eseguì nei suoi confronti una verifica fiscale extra-programma facendo emergere “un consolidato sistema di emissione di fatture, in tutto o in parte, inesistenti da parte di diversi soggetti fornitori della cooperativa”.
Un escamotage che ha permesso alla onlus di abbattere la base imponibile ma anche di esporre costi indebitamente dedotti in dichiarazione annuale, con conseguente evasione di imposta ma, soprattutto, “la possibilità di disporre di quelle somme di denaro che, uscite dalle casse della cooperativa per rendere verosimile l’operazione fittizia, ritornavano nella disponibilità dei soggetti coinvolti”.
Le indagini delle Fiamme gialle portarono alla luce spese di carburante e lubrificanti nonché oneri per manutenzione automezzi non di proprietà della società, acquisti effettuati presso centri di grande distribuzione di merce per uso personale o, comunque, per fini diversi dall’attività esercitata, pasti e bevande consumati presso ristoranti locali o acquisto di cibi da asporto, consumazioni presso bar pasticcerie, rosticcerie, pizzerie ed altri esercizi pubblici. E ancora acquisto di articoli promozionali presso profumerie non attinenti l’esercizio d’impresa, che “configuravano, nel loro complesso, un’ulteriore inosservanza, in modo indiretto, del divieto di distribuzione di utili”.
Violazioni che portarono la Direzione regionale delle entrate di Palermo, ha chiedere la perdita della qualifica di onlus. La direzione provinciale di Siracusa ha emesso tre avvisi di accertamento per un ammontare complessivo di 1.680.371 euro. Il debito di imposta accertato consentì alla Prefettura di procedere all’esclusione dalla procedura di gara e di revoca del servizio di temporanea accoglienza a partire dal 15 gennaio 2016.
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