Aversa, no parte civile in processo The Queen. M5S: “Inaccettabile”

di Redazione

La Giunta Municipale, con delibera numero 253 del 15 giugno 2017, ha ritenuto di non costituirsi parte civile nel procedimento penale che vede inquisito il sindaco di Aversa, assumendo nella premessa del deliberato che l’immobile denominato ‘Casa dello Studente’ è stato concesso in diritto di uso gratuito alla Adisu, e quindi fuori dalla disponibilità dell’Ente. 

Quello di ieri è stato il secondo Consiglio comunale nel quale si doveva discutere di questo argomento. Ma la maggioranza nella precedente seduta abbandonò l’aula e ieri ha posto una pregiudiziale che ha annullato la discussione. Il M5S ritiene questo atteggiamento grave e antidemocratico, discutere pacificamente di questo argomento avrebbe garantito una maggiore serenità. Se ne avessimo avuto l’opportunità volevamo solo dichiarare che la giunta non ha la rappresentanza processuale dell’Ente Comune, che secondo giurisprudenza consolidata spetta al sindaco.

Nel caso di specie, dunque,  in considerazione della mancata individuazione nello Statuto del soggetto investito del potere di rappresentanza processuale e stante l’evidente situazione di conflitto di interessi in cui il sindaco si trova esposto per il duplice ruolo di persona indagata nel procedimento penale e quello di legale rappresentante del comune – parte offesa dal reato – la rappresentanza in giudizio dell’ente sarebbe spettata al vicesindaco, quale soggetto legittimato a sostituire il sindaco in caso di assenza o di impedimento temporaneo dello stesso. Inoltre la delibera di giunta 253 si basa sul presupposto errato che stante la concessione in diritto d’uso dell’immobile all’Adisu e, pertanto non essendo questi in disponibilità giuridica del Comune, nessun danno ne sarebbe derivato.

Laddove sussiste un diritto reale su cosa altrui, tra cui è annoverabile il diritto d’uso concesso, sussiste sempre il diritto di proprietà e, il proprietario, in questo caso il Comune di Aversa è chiamato in ogni caso a porre in essere tutte le azioni a difesa sia della proprietà, sia dei danni che terzi possano arrecare al suo bene o alle sue finanze.

Rinunciare alla costituzione di parte civile significa per il Comune di Aversa rinunciare ad un possibile risarcimento del danno, in caso di condanna degli imputati, e costringerà il Comune all’esito del processo penale ad introitare un apposito giudizio in sede civile per ottenere quanto gli spetta, con aggravio di tempo e spreco di denaro pubblico.

Inoltre, con la rinuncia alla costituzione di parte civile l’attuale amministrazione mortifica l’interesse dell’intera collettività aversana per il grave danno morale a cui si è travata esposta, per favorire l’interesse del sindaco a silenziare la sua vicenda processuale. Costituirsi parte civile era necessario e doveroso perché i presunti reati recano offesa al decoro e al prestigio delle istituzioni. Tutta questa vicenda ha avuto un grosso impatto sulla collettività inducendo in molti, una profonda sfiducia sul corretto funzionamento dell’amministrazione dell’ente.

Il M5S aveva aderito alla proposta di fissare nelle norme statutarie l’obbligo inderogabile da parte del comune di costituirsi parte civile nei processi penali che vedono il comune e la collettività aversana quali parte offese da un reato nell’intento che nel futuro non si possa più approfittare di sgranature legislative decidendo di tutelare solo ed esclusivamente gli interessi personali a danno di quelli della collettività.

Ieri, dunque, l’opposizione ha abbandonato l’aula in segno di protesta, ma alla consigliera Maria Grazia Mazzoni resta l’amarezza di non aver potuto discutere, ancora una volta, di argomenti importanti per la città.  Aristotele diceva che ogni comunità si costituisce al fine di un bene. Questo bene è la morale. Sono moralmente accettabili le azioni e i comportamenti di questa politica? E’ moralmente accettabile cambiare casacca dopo le elezioni, ed è moralmente accettabile essere in ostaggio di chi chiede solo poltrone e cariche? Che cosa ha di morale una politica che non decide nei luoghi istituzionali, una politica che fa alleanze sottobanco, che decide tutto prima di arrivare nell’aula consiliare? Che cosa ha di morale una politica che non rispetta la volontà popolare? Chi decide? Il popolo o gli accordi di partito?

Una giunta tecnica vuol dire anche una rottura col passato, vuol dire avere il coraggio di non accontentare il politico di turno che chiede il conto per i voti che è riuscito a guadagnare alle ultime elezioni. Questa maggioranza è nata da un errore genetico, è questo il punto. Se ci si presenta alle elezioni con otto liste, ognuna composta da 24 candidati ai quali è stato promesso qualcosa, è impossibile rispettare quella moralità di cui sopra. Il pericolo del compromesso è sempre dietro l’angolo. Per il bene della città auguro buon lavoro alla nuova giunta.

Movimento 5 Stelle Aversa

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