Le lacerazioni interne ad un partito, il riferimento è al Pd, comporta, oltre ad una inevitabile perdita di consenso elettorale, e questo certamente non è un male, un profondo stato di disorientamento tra gli iscritti i simpatizzanti e le cariche istituzionali del partito, tanto da ledere, in alcuni casi, la loro stessa capacità di leggere, correttamente, i cambiamenti politici a cui siamo soliti assistere; atteso che la politica è dinamica e non statica.
E questo sta nella logica delle cose umane. Quello che preoccupa, invece, è quando la devianza interpretativa “delle mutate condizioni” stravolge la loro esatta interpretazione generando fantasiose valutazioni ed inverosimili considerazioni che, nell’ipotesi più favorevole, inducono, l’uditore, ad una benevola compassione politica nei riguardi dell’attore che le esprime. Altro discorso, invece, è quando il tutto viene diffuso con un linguaggio a dir poco “sconveniente”. Ma questo riguarda la sensibilità dell’individuo su cui poco si può agire.
Ciò detto, chiariamo alcuni concetti. Il Dizionario Garzanti italiano offre la seguente definizione di lista civica: lista elettorale presentata alle elezioni amministrative, autonoma rispetto ai partiti tradizionali, con un programma che mira ad affrontare e risolvere problemi locali”.
Di fatto una lista civica è un nuovo partito politico che, a differenza di quelli tradizionali, assume chiaramente una caratteristica di movimento d’opinione, temporaneo, e mi piace sottolineare il termine temporaneo, ad evidente dimensione locale. Non a caso nella gran parte delle liste civiche della maggioranza che sostiene il sindaco De Cristofaro notiamo come il riferimento alla realtà locale, cioè il nome della Città assume i connotati di un comune denominatore: Aversa Diversa, Aversa Futura, Forza Aversa, Alleanza per Aversa e cosi via tutte unite, oltre che dal riferimento alla Città, da un programma elaborato, discusso e condiviso tra di loro e con il sindaco. Un programma liberal-popolare ad evidente genesi ispiratrice di centrodestra.
Fa stupore, oggi, e genera critiche, da una parte dell’opposizione, il fatto politico che la maggior parte degli eletti in queste liste siano confluiti, partiticamente, in Forza Italia; a me fa invece stupore come mai nessuno, e mi riferisco anche a quelli che oggi criticano, si sia posto il problema del perché della nascita delle liste civiche, sia di centrodestra che di centrosinistra.
Come mai nessuno ed ancor di più oggi, alla luce delle recenti dichiarazioni degli esponenti del Pd aversano, si sia posto il problema del perché i partiti tradizionali non siano stati in grado di intercettare le istanze che venivano dal territorio tanto da generare il fenomeno delle liste civiche. Dice il sindaco che “il territorio come identità di riferimento”. Dico io “il territorio come unica identità di riferimento”.
Come mai alcuni partiti restano arroccati sulle loro posizioni ideologiche, spesso di contrapposizione fine a se stessa, senza aprirsi alle aperture ed alle stimolazioni che giungono, e recentemente anche in modo esplicito, da parte del Sindaco. Per loro il “territorio” cosa rappresenta? una opportunità da cogliere o un fastidio da evitare?
L’Amministrazione De Cristofaro non rinnega la sua genesi politica ma partendo dal presupposto che la condivisione si ottiene sulle idee e sul programma e non sui nomi è aperta a qualsiasi tipo di contributo sia che pervenga da destra che da sinistra, sia che pervenga dai movimenti civici sia che pervenga dai partiti. Purchè, e questo sia a tutti chiaro, l’“Io” non prevalga mai sul “noi”. Purché, e questo sia altrettanto chiaro, il “territorio” e non la “la poltrona” sia il fine dell’azione politica.
E proprio qui sta l’intuizione della nuova dirigenza politica provinciale di Forza Italia che in quest’ottica, con uno spirito di rinnovamento, e non solo generazionale, con il contributo delle idee e discostandosi dalle vecchie logiche del passato, ha iniziato un percorso comune di rilancio condiviso dell’azione amministrativa determinando di fatto la naturale adesione di gran parte di chi aveva iniziato quel percorso in modo autonomo. Il tutto al sol fine di proiettare, in modo concreto, “il territorio “ma principalmente i suoi cittadini, al livello provinciale, regionale e nazionale.
Non esistono altre e diverse interpretazioni. Alcune considerazioni finali. Mi piacerebbe sapere da qualche autorevole esponente della stampa on-line, che, per la circostanza verificatasi, ipotizza l’opportunità di un ritorno alle urne, se l’articolo 67 della Costituzione Italiana è stato abolito o modificato.
Mi sembra poi, e concludo, un eccesso di ironia parlare dell’esistenza, ad Aversa, di una sorta di nepotismo politico ancor di più quando a parlarne sono alcuni consiglieri comunali figli di un ex consigliere comunale, di un ex sindaco e di un ex parlamentare. Ad essi dico: lasciamo perdere; la comicità non fa parte del mio carattere.
Isidoro Orabona – consigliere comunale