L’ultimo documento diffuso dalla maggioranza (?) in difesa (?) dell’operato del presidente del Consiglio comunale, Augusto Bisceglia, autore giovedì scorso di una precipitosa fuga per impedire il dibattito sulla proposta di delibera di costituzione di parte civile nel processo The Queen, come chiesto dalla Procura, può essere un copione per una rappresentazione di sicuro successo del teatro dell’assurdo.
I consiglieri di maggioranza (?) ammettono la fuga e ci dicono che “fugge chi è costretto, chi è rinchiuso chi è obbligato”. Deduciamo, quindi, che per loro il mandato istituzionale ricevuto dagli elettori che dovrebbe esplicarsi nella partecipazione alle sedute del consiglio comunale, organo politico sovrano, rappresenta una costruzione.
Esprimiamo loro, dunque, la nostra totale solidarietà e comprendiamo il loro imbarazzo nel dover restare in aula e magari dover prendere la parola per esprimere una posizione e non doversi soltanto limitare ad un’alzata di mano dopo un consulto veloce o uno sguardo del sindaco. Questa è stata la routine nel primo anno di amministrazione e comprendiamo il panico che può essersi scatenato nella maggioranza (?).
Meglio scappare, o fuggire come hanno scritto loro di fronte alla responsabilità di dimostrare che nella delibera con cui la giunta, a differenza di quanto deciso da altri comuni, ha scelto di non tutelare l’interesse della città nel processo che riguarda anche la ristrutturazione dell’ex carcere mandamentale di via Saporito. E’ ormai palese che in quella delibera si è scelto di tutelare il sindaco, cui noi auguriamo, ancora una volta, di dimostrare la sua innocenza.
Ravvisiamo, inoltre, la strenue difesa del presidente Augusto Bisceglia. Indifendibile. I consiglieri di maggioranza (?) tentano di correggere la rotta dopo aver dato lezioni di competenze, leggi e regolamenti. E dunque la non competenza del consiglio comunale diventa uno straordinario atto di democrazia. In realtà, però, è solo un atto dovuto in presenza di una richiesta sottoscritta dal almeno cinque consiglieri comunali. Un obbligo, cui tra l’altro il presidente Bisceglia si è sottratto varie volte facendo scaricabarile sugli uffici. Vista la straordinaria generosità del presidente Bisceglia proponiamo anche una sua beatificazione affinché anche le future generazioni della città possano avere contezza del suo straordinario operato.
Non possiamo, infine, non stigmatizzare un goffo tentativo di gettare discredito sull’operato del capogruppo Marco Villano, bersaglio di un manifesto murale firmato con il simbolo di Forza Italia. Il partito che torna in città (ma anche su questo avremmo molto da dire dato che c’è chi non ha mai smesso di appartenere al partito di Berlusconi a differenza di chi l’ha fatto per convenienza elettorale) e come primo atto politico scappa, senza aver avuto nemmeno il coraggio di annunciare la nascita del gruppo consiliare.
La moralità del Pd dice Forza Italia. Il Pd di Aversa su questo campo, nel ribadire la solidarietà a Paolo Santulli e Marco Villano, non ha nulla da temere. Non ha scheletri nell’armadio.
Denunciamo, infine, l’uso a fini politici di un indirizzo mail istituzionale del comune di Aversa in uso da tempo all’ufficio del portavoce del sindaco, istituito in alternativa all’ufficio stampa per il quale avrebbe dovuto trovare personale interne o quanto meno passare per una selezione pubblica. Ma la maggioranza (?) con la trasparenza ci ha litigato. Il no allo streaming in consiglio comunale docet. I cittadini dunque devono sapere che coi fondi pubblici pagano la propaganda politica della maggioranza (?). Un bel modo di spendere quei pochi soldi in un comune sull’orlo del predissesto finanziario. Ah la moralità.
Partito Democratico di Aversa