Aversa, compensi professionali ad avvocati: Tar ordina ad Asl Caserta di pagare

di Antonio Arduino

Aversa – L’Asl Caserta non adotta le norme di legge in fatto di assegnazione e ripartizione dei compensi professionali derivanti dai giudizi in cui rappresentavano l’azienda e Marina Ragozzino, Carlo Di Marsilio, Giulio Calaiori, tutti avvocati dipendenti dell’Asl Caserta, si appellano al Tar obbligando l’azienda a rispettare la legge.

Questo, in estrema sintesi, quanto deciso dalla Quinta sezione del Tribunale Amministrativo Regionale il 20 giugno 2017 con l’intervento dei magistrati Santino Scudeller, presidente, Diana Caminiti, consigliere-estensore, Gabriella Caprini, consigliere. Esaminato il ricorso presentato da Fabrizio Perla (nella foto), difensore dei dipendenti dell’Asl, la Quinta Sezione del Tar “dichiara l’illegittimità del silenzio serbato dalla Asl di Caserta, nei termini di cui in motivazione, ed ordina alla medesima di concludere il procedimento nel termine di trenta giorni dalla notifica o dalla comunicazione della presente sentenza. Nomina sin d’ora, per il caso di persistente inadempienza nel termine su indicato, quale commissario ad acta il preposto alla direzione generale per la tutela della salute ed il coordinamento del sistema sanitario regionale della Regione Campania, con facoltà di delega ad idoneo Funzionario dell’Ufficio, che vi provvederà, in luogo e a spese della intimata amministrazione, nell’ulteriore termine di 30 giorni dalla comunicazione del perdurare dell’inadempimento (comunicazione da eseguirsi a cura della parte ricorrente), ed in favore del quale, con separato provvedimento, verrà corrisposto un compenso in relazione all’attività svolta e alle spese sostenute. Condanna l’Asl di Caserta alla refusione delle spese di lite nei confronti di parte ricorrente, liquidate in complessivi 1.500 euro, oltre oneri accessori, se dovuti, come per legge; Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa”.

“La vicenda – commenta l’avvocato Perla – presenta degli aspetti curiosi perchè l’Asl Caserta avrebbe potuto evitare il giudizio semplicemente rispondendo alle richieste dei dipendenti. Invece non risponde alle tante sollecitazioni che hanno preceduto il ricorso, obbligando i miei assistiti a rivolgersi al Tar per ottenere la declaratoria dell’illegittimità del silenzio ma soprattutto una risposta”.

“A fronte del ricorso presentato – continua Perla – l’Asl ancora non risponde ed incarica, e paga, un avvocato esterno che rivendica, in giudizio, il diritto a non rispondere e solleva una serie di eccezioni. Il risultato – conclude Perla – è una sentenza di accoglimento del ricorso. La dichiarazione dell’obbligo dell’Asl di modificare, come per legge, il Regolamento. La condanna alle spese di giudizio. Infine, se l’Asl dovesse insistere nel silenzio, la nomina di un commissario ad acta che provveda in sua vece, il cui costo graverebbe sulle casse dell’azienda”.

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