“Non sono un eroe, ho fatto solo il mio dovere. Ho scelto di fare il poliziotto consapevole dei rischi che si potevano correre”. Così Nicola Barbato, il poliziotto rimasto gravemente ferito il 25 settembre 2015 da un colpo di pistola sparato da un estorsore, nel ricevere stamani una medaglia d’onore della Città di Napoli, alla presenza del sindaco Luigi de Magistris e del questore Antonio De Iesu.
“Ho attorno a me delle persone fantastiche, soprattutto la mia famiglia, mia moglie Angela e mia figlia Giovanna e la mia seconda famiglia, quella in divisa che come la prima, non mi lascia mai da solo”, ha detto l’agente della squadra mobile partenopea, visibilmente emozionato.
Originario di Gricignano e residente tra Teverola e Carinaro, Barbato era in servizio antiracket, in borghese, in via Leopoardi, nel quartiere Fuorigrotta del capoluogo campano. Insieme ad un collega stava presidiando un negozio di giocattoli. Per non destare sospetti, i due agenti indossavano proprio le divise dell’esercizio commerciale. All’improvviso un giovane aprì lo sportello e fece fuoco contro l’agente, ferendolo gravemente. Si trattava di Raffaele Rende, 28 anni, napoletano, arrestato il giorno dopo e lo scorso anno condannato a 14 anni di reclusione in primo grado con rito abbreviato.
Colpito da un proiettile alla spina dorsale, Barbato da allora ha iniziato un lungo percorso di recupero. Nominato vice sovrintendente, nel maggio 2016 è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
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