I magistrati titolari dell’inchiesta “The Queen”, riguardante numerosi appalti truccati tra le province di Napoli e Caserta, che ruotano attorno alla figura del progettista Guglielmo La Regina, adesso configurano l’ipotesi di associazione per delinquere per tutti i 77 indagati nel procedimento. Ipotesi che vale anche per gli indagati già a giudizio con rito immediato e per quelli che hanno ottenuto dal Riesame l’annullamento o la revoca del provvedimento restrittivo.
Ad anticiparlo, stamani, i quotidiani “Repubblica” e “Il Mattino”, secondo cui i pm Maurizio Giordano, Alessandro D’Alessio, Catello Maresca, Luigi Landolfi e Gloria Sanseverino, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, in vista del processo che avrà inizio il prossimo 13 settembre, vogliono “blindare” le dichiarazioni di Antonello Sommese, fino a pochi anni fa braccio destro dell’ex assessore regionale Pasquale Sommese, e della commercialista Loredana Di Giovanni, considerata “alter ego” di La Regina, altra indagata che ha collaborato con i magistrati.
Per gli inquirenti vi è la convinzione dell’esistenza di “un’associazione per delinquere finalizzata ad ottenere finanziamenti pubblici da utilizzare per opere pubbliche da assegnarsi, mediante gare d’appalto turbate, ad imprenditori legati da rapporti corruttivi o comunque favoriti da pubblici ufficiali e dai privati attivi nel procacciamento dei finanziamenti, nell’individuazione delle gare, e titolari di rapporti con esponenti della pubblica amministrazione, degli ordini professionali, delle università”.
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