Casaluce – Fa male, fa veramente male quando di punto in bianco, dalla sera alla mattina, vieni tirato in ballo, anche se indirettamente e anche se non viene fatto esplicitamente il tuo nome, in una vicenda di malaffare che, stando ad alcune voci circolate giorni fa, riguarderebbe un presunto giro e spaccio di sostanze stupefacenti che, secondo le dichiarazioni di pentiti legati alla camorra casertana, riportati in alcuni verbali pubblicati da alcuni organi di informazione, sarebbe avvenuto in un luogo che fino a ieri, o meglio fino a prima della divulgazione della notizia, è stato considerato per tantissimi anni un ambiente sano, un luogo dove tanti nostri ragazzi, tanti nostri figli e nipoti, tanti nostri giovani sono cresciuti a tirare calci al pallone, un luogo dove si sono svolti tantissimi tornei, tantissimi memorial, e che nulla avrebbe mai fatto pensare ad una storia del genere.
Una assurda e incredibile vicenda che ha gettato un’ombra e un’onta infamante sui proprietari e gestori del campetto di calcio a “A’ Ret ‘O Vic” in via Popone, provocando inevitabilmente oltre alla delusione, ai pregiudizi affrettati e a tanta amarezza da parte della intera comunità, anche una caduta di stile e un grave danno economico e di immagine alla intera struttura e a tutta l’organizzazione, indicata da alcuni pentiti, come il baricentro, come la piazza impegnata e dedicata in un vasto giro e vendita di droghe che avveniva appunto, come riportato dall’articolo in questione, attorno al complesso sportivo e dove coloro che operavano il malaffare, venivano indicati come i veri gestori dell’impianto.
Amarezza, rabbia, indignazione, incredulità, stupore, sgomento per quanto avvenuto, sono stati manifestati oggi dal proprietario e gestore del campetto Enzo Felago, ma che allo stesso tempo vuole gridare e dimostrare a tutti la sua completa e totale estraneità a quanto divulgato da chi, secondo Felago, “ha infangato me e tutta la struttura per una vicenda che non ci appartiene, provocando un enorme danno economico e di immagine alla attività che con tanto sudore e sacrificio ho costruito anno dopo anno, fino ad arrivare ad avere una struttura accogliente ma soprattutto un ambiente sano dove tanti ragazzi, tanti giovani in erba vengono a disputare le loro partite di calcetto e dove il sottoscritto è ben voluto e rispettato da tutti.
Insomma, Enzo Felago è intenzionato a portare avanti la sua battaglia sia sull’aspetto personale che su quello prettamente legale in quanto ci tiene a far sapere: “Vorrei ripulirmi la faccia che mi hanno sporcato visto che la mia è sempre stata pulita e anche se l’articolo fa riferimento a delle dichiarazioni di pentiti che hanno detto delle cose, il giornale che ha pubblicato la notizia ha un po’ esagerato, in pratica ci ha messo alla gogna mediatica, ci ha già crocifisso, come se effettivamente tutta la storia sarebbe avvenuta veramente, quando poi la magistratura e la giustizia devono fare ancora il loro corso e appurare o meno che quanto dichiarato dai pentiti risulti al vero, anche perché – conclude Felago – il sottoscritto fino ad oggi non è stato mai interpellato dagli addetti ai lavori che stanno indagando sulla vicenda, quindi, se avevano qualche indizio, qualcosa di concreto per le mani, a quest’ora mi avrebbero già arrestato e la struttura sarebbe stata messa subito sotto sequestro, e invece tutto questo ad oggi non è avvenuto e vi assicuro che mai avverrà perché dimostrerò a tutti che la struttura che gestisco da tanti anni è un luogo sano e che il sottoscritto è una persona perbene, costi quel che costi e a tutti i costi. Non butterò al vento tanti anni di lavoro e di sacrifici per degli impostori che hanno infangato la mia persona su fatti per i quali mi dichiaro completamente e totalmente estraneo”.
di Salvatore Fusco (da pagina Facebook “Casaluce on line”)