A cinque anni è certamente difficile professare una qualsiasi religione. Ciò nonostante, ha sollevato polemiche il caso di Londra relativo alla decisione dei servizi sociali inglesi di affidare una bambina, nata e cresciuta in una famiglia cristiana, a due famiglie musulmane praticanti che le impongono le loro regole. Decisione presa contro il volere dei genitori naturali che vivono nel distretto londinese di Tower Hamlets.
La piccola, infatti, si è ritrovata in un ambiente in cui non si parla inglese, non si mangia carne di maiale e in cui le donne escono vestite con un velo integrale. Alla bambina, come racconta il Times, che cita un operatore dei servizi sociali rimasto anonimo, i genitori affidatari hanno anche tolto la collanina con il Crocifisso che portava al collo e le hanno detto che gli spaghetti alla carbonara, regalo della sua mamma, lì sono proibiti.
Nella prima famiglia affidataria la mamma indossava il niqab, la lunga tunica nera integrale. Nella seconda il burqa, che si mette “solo” quando si esce di casa. La mamma naturale dice che alla figlia hanno detto che Natale e Pasqua sono feste stupide e che “le donne europee sono alcolizzate”.
Eppure la legge britannica prevede che, quando si cercano le famiglie affidatarie per bambini tolti ai genitori, vengano presi in considerazione ambienti culturali e religiosi in cui i piccoli sono cresciuti. La piccola, intanto, chiede di non tornare dalla famiglia a cui è stata ultimamente affidata.