Il giudice per le indagini preliminari della Procura di Napoli, accogliendo pienamente le risultanze investigative, emerse nell’ambito di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Mondragone, agli ordini del capitano Lorenzo Chiaretti, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della nigeriana Celina Edokpolo, 53 anni, domiciliata a Castel Volturno.
La donna, arrestata all’alba di giovedì 10 agosto, è ritenuta essere dedita alla tratta di esseri umani, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione sul litorale domitio, in provincia di Caserta, e direttamente collegata ai suoi connazionali già arrestati, per gli stessi reati, lo scorso 27 luglio (leggi qui).
Identificata quale “madame” o “mama”, ossia la maitresse dell’organizzazione, secondo gli investigatori si occupava in prima persona del quotidiano controllo dell’attività di meretricio svolta dalle ragazze nigeriane. Le indagini hanno anche consentito di accertare come una delle giovani donne, giunta in Italia con la falsa promessa di contrarre matrimonio con un altro indagato, sia stata avviata alla prostituzione e controllata a vista dagli altri appartenenti al sodalizio criminale. La vittima era tenuta, oltre al pagamento di un riscatto di 25mila euro per il trasferimento in Italia, a versare 300 euro mensili per l’alloggio ed il vitto.
Un’altra delle vittime, obbligata a sottostare alle angherie degli indagati, veniva rimproverata per il suo scarso impegno nell’attirare i clienti e, pertanto, obbligata per i suoi scarsi guadagni a sottostare a punizioni quali la sottrazione del telefono cellulare per contattare i propri familiari, l’obbligo di riordinare tutti gli alloggi del gruppo e minacciata di essere collocata in una ‘connection-house’, ossia una casa di prostituzione, senza poterne più uscire.