Il servizio segreto venezuelano (Sebin) ha arrestato Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma, i leader che guidano l’opposizione a Nicolas Maduro. L’ordine di cattura sarebbe arrivato proprio dal presidente all’indomani delle contestate elezioni della Costituente. “Lo hanno preso a casa, ora non sappiamo nemmeno dov’è”, ha dichiarato la moglie di Lopez alla stampa locale.
Maduro aveva avvisato che avrebbe utilizzato il pugno di ferro contro i suoi oppositori ma nessuno si aspettava una mossa così repentina. Lopez aveva lanciato un appello alla comunità internazionale per chiedere di non riconoscere il voto e denunciando la “brutale repressione della protesta”. Appello raccolto dagli Usa, che hanno imposto delle sanzioni contro Maduro. Ma anche Colombia e Perù hanno annunciato di non riconoscere il voto di domenica.
Le proteste in Venezuela hanno portato a un’ondata costante di arresti negli ultimi mesi. Secondo i dati resi noti dalla Procura, il bilancio delle vittime è salito a 121 morti da aprile, con 10 vittime solo nelle ultime ore. 527 degli arrestati nei quattro mesi di proteste, secondo Foro Penale – che offre assistenza legale alla maggiora parte dei fermati -, sono stati giudicati da tribunali militari nonostante si trattasse di cause civili. Dei 5000 arresti dal mese di aprile, il 10% di questi ha riguardato giovani studentesse. Sale il numero dei prigionieri politici: secondo la lista compilata da Foro Penale e certificata dall’Organizzazione degli Stati americani sarebbero 498.
“Quando vengono colpiti i leader dell’opposizione è un brutto segnale, è segno che si sta scivolando verso la dittatura”, lo ha detto il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani parlando dell’arresto dei leader dell’opposizione venezuelana. “E’ assurdo che un Paese ricco anche di materie prime sia in condizioni di povertà, con una situazione sanitaria preoccupante – dice ancora – il Venezuela è sull’orlo della guerra civile”.
“Ciò che sta accadendo in Venezuela continua a essere ignorato da larga parte della comunità internazionale. Un popolo che muore di violenza e di fame non può essere abbandonato. Le immagini di un giovane violinista, di una mamma in coda a cercare cibo per suo figlio, di ragazzi che chiedono libertà e benessere devono continuare a scuotere le coscienze in tutto il mondo. Il regime di Caracas, che qualcuno anche in Italia considerava un modello, sta distruggendo la libertà e il benessere di un popolo bello e fiero. Non giriamoci dall’altra parte. Almeno non anche noi”. Lo scrive in un post su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi.