Napoli – Davanti all’Ufficio Scolastico Regionale della Campania si è tenuta una manifestazione indetta dall’Unione Docenti napoletani Immobilizzati (che rappresenta i docenti di ruolo di tutte le classi di concorso della regione Campania che ricoprono il ruolo nelle regioni del centro-nord) per chiedere di ricongiungersi alle proprie famiglie attraverso le assegnazioni provvisorie dei posti in deroga sul sostegno, ovviamente sempre in subordine agli specializzati.
Si è chiesto, inoltre, di predisporre un piano di rientro nella propria Regione che sia introdotto all’interno del Piano Inclusivo per il Sud in discussione attualmente al Governo. I docenti hanno deciso di partecipare alla manifestazione perché non si sono sentiti (in fase di contrattazione del Ccni) e tuttora non si sentono tutelati a dovere dai sindacati.
Presenti oltre 250 insegnanti che hanno firmato anche un documento che è stato presentato da una loro delegazione alla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Luisa Franzese, che si è impegnata a trasmetterlo alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
Ecco il contenuto del documento consegnato nella mani del Direttore Generale con le legittime richieste dei docenti:
Premesso che le assegnazioni provvisorie su posto di sostegno ai docenti privi di titolo sono state rese possibili lo scorso anno nelle regioni che, nel Contratto Integrativo Regionale che viene stipulato ad integrazione del Ccni sulla mobilità, hanno previsto questa possibilità che il Ccni non prevedeva ma nemmeno proibiva.
Prima la Sicilia, poi la Campania, la Sardegna, il Piemonte e l’Emilia Romagna, stabilirono di prevedere nel Cir che, terminate le assegnazioni provvisorie su sostegno e su posto comune, fosse stabilita una seconda fase per il sostegno, successiva alla stipula di contratti a tempo determinato per chi era in possesso del titolo, lasciando i posti residuati dopo questi contratti ad uno scorrimento delle graduatorie per le assegnazioni provvisorie riservato ai richiedenti senza titolo.
Nell’ambito delle assegnazioni provvisorie interprovinciali, i dirigenti degli uffici scolastici territoriali potranno attribuire posti di sostegno a docenti titolari su posto comune che non abbiano ottenuto l’assegnazione provvisoria su posto comune, dopo aver accantonato un numero di posti corrispondente ai docenti specializzati aspiranti a rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato.
Il principio giuridico applicato era abbastanza ovvio: dopo aver impiegato tutti i docenti con il titolo, i rimanenti posti su sostegno sarebbero stati affidati a docenti senza titolo ma con una assunzione a tempo determinato, mentre numerosi assunti a tempo indeterminato avevano prodotto domande di avvicinamento temporaneo sulla base di documentate esigenze familiari. In queste condizioni, la Pubblica Amministrazione, prima di procedere a nuove assunzioni ed in presenza di motivate richieste di avvicinamento, offriva a quel personale già assunto la possibilità di essere impiegato in un ruolo per il quale comunque i neo assunti erano privi di titolo.
Considerato che quest’anno, invece, il Ccni ha sottratto la materia delle assegnazioni provvisorie (e quindi eventuali deroghe come quella escogitata lo scorso anno) alla Contrattazione Integrativa Regionale, proibendo di fatto le assegnazioni su sostegno senza titolo. Intanto, però, resta pienamente vigente quanto stabilito dal Decreto Brunetta e modifiche successive. Che, cioè, la contrattazione tra Miur e sindacati resta secondaria rispetto a quanto stabilito dalle leggi dello Stato.
Principio che è stato confermato dall’ordinanza n.180 del 23 gennaio del 2017, con la quale il Tribunale di Reggio Emilia ha ritenuto che l’At di Crotone, una volta verificato l’inesistenza di altro personale specializzato, avesse l’obbligo di “offrire” l’assegnazione provvisoria sul sostegno ai docenti di ruolo che avevano fatto domanda di sul posto comune senza ottenere il movimento, anche se privi di titolo.
La sentenza è basata sul principio che, indipendentemente dal contratto stipulato tra sindacati ed amministrazione (la Calabria non aveva recepito tale eventualità nel Cir), va garantito il diritto all’avvicinamento per gravi motivi personali o familiari al personale a tempo indeterminato che ne abbia fatto richiesta. Se un docente senza titolo ha presentato domanda, è stato il ragionamento del giudice, è in possesso di tali motivazioni.
Se, contestualmente, non c’è personale specializzato (che deve essere necessariamente preferito a quello non specializzato per la miglior tutela del disabile) e residuano posti che andranno coperti comunque con personale non specializzato, il dipendente a tempo indeterminato ha diritto a ricevere la proposta di impiego su quei posti prima di procedere con contratti a tempo determinato.
Sulla base di queste premesse, appare chiaro che non è necessario alcun contratto integrativo che stabilisca quanto richiesto, ma corre invece l’obbligo per l’amministrazione di procedere in analogia a quanto già fatto. Ovvero, definire il numero di docenti precari specializzati ai quali riservare un numero di posti in deroga corrispondente, ma poi far precedere la stipula di contratti a tempo determinato al personale senza titolo da uno scorrimento della graduatoria per le assegnazioni provvisorie del personale senza titolo al quale venga proposto l’impiego su posto di sostegno.
I docenti del sud immobilizzati, inoltre, chiedono un Piano di Rientro nelle proprie Regioni che sia introdotto all’interno del Piano Inclusivo per il Sud in discussione attualmente al Governo. Tale soluzione potrebbe partire dal reale ampliamento dell’organico di diritto con la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto sul sostegno, visto che il criterio sul quale si basa il calcolo amministrativo (un docente ogni due allievi) è chiaramente lontano dalla realtà, poiché oramai da anni vengono attivate migliaia di cattedre in deroga che in realtà sono cattedre stabili.
L’attuazione del Piano di rientro renderebbe concreto quanto stabilito nella deroga sul sostegno che sancisce il limite massimo di 20 allievi in ogni sezione/classe in presenza di almeno un alunno con disabilità grave, perché oltre tale limite, è ovvio, che la classe debba essere sdoppiata.
Il gruppo Unione Docenti Napoletani Immobilizzati
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