Aversa, la Normanna vuole giocare al ‘Bisceglia’ ma chiede sconto sul fitto

di Antonio Taglialatela

Aversa – Fischio d’inizio in arrivo per il campionato di calcio e l’Aversa Normanna intende giocare sul prato del ‘Bisceglia’. Così è disponibile a pagare il fitto per l’uso dello stadio comunale in occasione delle gare casalinghe ma non quello chiesto dall’Ente locale, che ha fissato le tariffe in 300 euro l’ora per l’uso del campo di gioco, e 100 euro l’ora per l’uso delle tribune, ipotizzando che la durata dell’utilizzo dovrebbe andare, per ogni gara, dalle ore 12 alle ore 18.

Un tempo che, considerando una spesa di 1800 euro per ogni gara casalinga, dissanguerebbe la società, che incassa al massimo 1200 euro nelle partite di cartello, perché al fitto dello stadio andrebbero aggiunte tante spese accessorie, necessarie per consentire la disputa delle gare, come ad esempio quella del tracciamento delle linee sul manto erboso.

Considerando che, avendo l’Ente locale certificato l’autorizzazione all’uso dello stadio per l’Aversa normanna, consentendone l’iscrizione al campionato di serie D, costata alla società 50mila euro, e che in più occasioni gli amministratori comunali hanno sottolineato come la squadra rappresenti la città, cosicché sarebbero stati disposti ad offrire gratuitamente l’uso dello stadio (una volta risolta la questione del mancato pagamento delle utenze), il presidente Giovanni Spezzaferri ha chiesto una riduzione del canone di locazione, proponendo che fosse fissato in 500 euro per ogni gara, cifra che rappresenta lo sforzo economico massimo che la società potrebbe permettersi. Impegnandosi, in alternativa, in aggiunta ai 500 euro a concedere un abbonamento gratuito a tutti i tifosi aversani.

Considerando che l’Aversa Normanna si sta preparando per effettuare un campionato di vertice, che potrebbe portare la città nel calcio che conta, sarebbe logico che gli amministratori comunali rivedessero le scelte fatte e valutassero con attenzione la proposta della società calcistica che potrebbe essere integrata comprendendo, quale forma di pagamento, anche servizi che competerebbero all’Ente proprietario della struttura, senza mettere in atto un braccio di ferro che alla fine danneggerebbe solo la città.

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