Altri due indagati per l’omicidio di Vincenzo Ruggiero, il 25enne di Parete ucciso in un’abitazione di Aversa lo scorso 7 luglio. Si tratta di presunti complici di Ciro Guarente, l’ex marinaio che ha ucciso e fatto a pezzi Ruggiero in un garage di Ponticelli, quartiere della zona orientale di Napoli, dove 20 giorni dopo sono stati rinvenuti i resti della vittima.
La procura di Napoli Nord, che coordina le indagini affidate ai carabinieri del reparto territoriale di Aversa, presto potrebbe chiede al gip una misura cautelare, come già avvenuto nei confronti del 51enne Francesco De Turris, napoletano, che avrebbe fornito a Guarente, facendola poi sparire, la pistola usata per uccidere Ruggiero.
Secondo le ultime risultanze investigative, l’ex cuoco della Marina, dopo il delitto compiuto nell’appartamento della trans Heven Grimaldi, che ospitava Vincenzo, avrebbe contattato alcuni conoscenti del suo quartiere d’origine, Ponticelli, che riteneva potessero aiutarlo a far sparire il corpo del 25enne. A far scattare la furia omicida di Guarente sarebbe stata la gelosia: riteneva che la trans Heven, che lui amava, avesse una relazione con la vittima.
Intanto, ieri, il legale difensore di Guarente, Dario Cuomo, in accordo col suo assistito ha deciso di rinunciare all’istanza di scarcerazione davanti al Riesame per poter studiare tutta la documentazione raccolta dagli inquirenti, anche se mancano ancora tutti i risultati sugli esami tossicologici eseguiti su Ruggiero e lo stesso Guarente.