Ad Aversa, davanti al Tribunale di Napoli Nord, manifestazione contro il femminicidio in occasione dell’udienza preliminare sull’omicidio di Stefania Formicola, la 28enne uccisa all’alba del 19 ottobre del 2016, a Sant’Antimo (Napoli), con un colpo di pistola al cuore dal marito Carmine D’Aponte dal quale si stava separando e con il quale era ferma in auto.
All’esterno della sede del Tribunale si sono concentrati attivisti per la difesa dei diritti delle donne e contro il femminicidio che insieme con il padre e la madre della vittima – Luigi Formicola e Adriana Esposito – hanno chiesto giustizia per Stefania. Presente anche l’attrice Rosa Miranda che ha esposto uno striscione.
Nel corso dell’udienza il giudice Daniele Grunieri ha accolto la richiesta di giudizio con rito abbreviato avanzata dai difensori dell’imputato, accusato di omicidio colposo. Inoltre, si sono costituiti parte civile il padre, la madre e la sorella della vittima, rappresentati dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Libera Cesino, assistiti dalla criminologa investigativa Antonella Formicola.
Lo scorso maggio il tribunale per i minorenni ha sospeso la patria podestà dell’imputato e affidato provvisoriamente i due figli della coppia – di 2 e 5 anni – ai nonni materni. La tesi degli avvocati dei parenti di Stefania è che il marito, Carmine D’Aponte, 33 anni, abbia agito con premeditazione: “Non ha accettato la separazione, era morbosamente geloso e l’ha uccisa perché Stefania lo stava lasciando”. “Era armato e l’ha uccisa con una modalità camorristica – sostiene l’avvocato Libera Cesino – inoltre, dalle trascrizioni delle conversazioni intercorse su WhatsApp, emerge una storia di violenze che andavano avanti da anni e che purtroppo Stefania non ha mai denunciato. Infine – conclude il legale della famiglia Formicola – i risultati della perizia balistica commissionata dagli inquirenti esclude che il colpo sia partito accidentalmente”. La prossima udienza è stata fissata per il 21 dicembre.
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