“Sono soddisfatto, ma non è ancora finita”. Sono state queste le prime parole del sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro, quando, poco dopo la mezzanotte di ieri gli è stato comunicato che la Cassazione aveva dichiarato non ammissibile la richiesta della Procura di Napoli di revocare la decisione del tribunale del Riesame che aveva disposto, dopo 17 giorni di carcere, il rilascio del primo cittadino, arrestato nell’ambito dell’indagine “The Queen”.
E non sbaglia il primo cittadino aversano tenuto conto che, comunque, si troverà ad affrontare un eventuale processo, ma da uomo libero. Mentre ancora non si sopiscono in città le polemiche per la mancata costituzione in giudizio dell’ente nel procedimento che vede coinvolto il primo cittadino. Tre volte, infatti, le opposizioni hanno cercato di discutere della vicenda in consiglio comunale ma, tutte le volte, la maggioranza ha fatto muro riuscendo, di fatto, a non trattare l’argomento. Secondo la maggioranza il Comune non ha subìto alcun danno in quanto non era giuridicamente in possesso del bene, ceduto in comodato d’uso all’Adisu.
Da segnalare, però, che l’ex parlamentare e attuale consigliere comunale del Pd, Paolo Santulli, in qualità di presidente dell’Osservatorio Politico Libero, ha scelto di costituirsi parte civile, sebbene saluti con piacere la decisione della Cassazione. “É grave – ha dichiarato Santulli – che si stia personalizzando una vicenda che deve essere svincolata dalla posizione di De Cristofaro. La città, attraverso i deliberati della giunta, si costituisce solitamente parte civile, cosa che anche di recente è stata fatta dagli assessori di De Cristofaro per altri casi, per ‘The Queen’, però, no. La città è parte offesa, come ha sancito la Procura, come allo stesso modo l’Adisu, l’una non esclude l’altra, così come indicato dalla stessa Procura. I fatti sono accaduti ad Aversa, pertanto ne deriverebbe la lesione di svariati diritti, primi tra tutti, l’immagine del Comune e dei cittadini. Il sindaco è indagato, per cui la sua posizione sarà chiarita, la Città però è sicuramente parte lesa. Sembra che con la scelta dell’amministrazione di non costituirsi parte civile si voglia esorcizzare la posizione del sindaco”.
Il primo cittadino, continuando in un rigoroso silenzio stampa sulla vicenda, si è limitato ad affermare: “Ritengo di non rilasciare dichiarazioni sull’argomento. Ringrazio per la comprensione”. Soddisfazione, per la decisione della suprema corte, è stata espressa dal legale del sindaco, Alfonso Quarto, che aveva incentrato la sua arringa proprio sulla non ammissibilità del ricorso della procura napoletana.
Soddisfazione anche dalla maggioranza consiliare che sostiene il sindaco in consiglio comunale. In particolare, l’assessore alla Cultura, Alfonso Oliva, ha dichiarato “Mi preme evidenziare che è stato proprio il procuratore capo della Cassazione a chiedere il rigetto del ricorso perché non esistevano le esigenze della carcerazione cautelare. Ampia fiducia nella magistratura per il processo che si andrà a celebrare e che Enrico affronterà da uomo libero”.
Dalle opposizioni Marco Villano, capogruppo del Pd, ha dichiarato: “Prendiamo atto della decisione della Cassazione. Per noi non cambia nulla perché fin dal primo giorno non abbiamo mai voluto usare la giustizia a fini politici. Attendiamo che le indagini facciano il proprio corso e nel frattempo continuiamo a denunciare il pessimo stato della città. È nella non amministrazione della città, infatti, il fallimento di De Cristofaro, a causa del quale per noi dovrebbe andare a casa”.