Aversa – Mistero sulla convocazione della seduta di consiglio comunale per venerdì prossimo e, soprattutto, ennesima fibrillazione nella maggioranza guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro che attacca il presidente del consiglio comunale Augusto Bisceglia. Ancora una volta tema della discordia la mancata costituzione quale parte civile del Comune di Aversa nel procedimento “The Queen” che vede coinvolto lo stesso primo cittadino per presunti episodi avvenuti quando ricopriva la carica non di sindaco, ma di presidente dell’Ordine Provinciale degli Architetti, relativamente ai lavori di trasformazione dell’ex carcere mandamentale in alloggi per studenti.
Per tre volte in consiglio comunale, su iniziativa dell’opposizione, si è cercato di discutere dell’argomento, ossia della delibera di giunta di non costituzione quale parte civile, ma per altrettante volte, di fatto, non si è riusciti a discuterne perché, inevitabilmente, è stato fatto mancare il numero legale.
Dell’argomento non si è riusciti a discutere anche in occasione dell’ultima seduta del civico consesso. Infatti, dopo che il consigliere comunale di maggioranza Francesco Di Virgilio ha letto una dichiarazione di pregiudiziale sull’argomento, è venuto meno il numero legale. Di conseguenza, il presidente Bisceglia ha riproposto, come da regolamento, l’argomento nell’ordine del giorno della seduta prevista per venerdì prossimo. Una decisione che avrebbe fatto letteralmente esplodere il primo cittadino che, immediatamente, ha inviato un messaggio whatsapp ai capigruppo e al presidente Bisceglia invitandoli ad una riunione che dovrebbe tenersi questo pomeriggio presso il proprio ufficio.
De Cristofaro ha indicato anche l’oggetto dell’incontro: “In dissenso per alcuni argomenti previsti all’ordine del giorno del consiglio comunale potrei prendere anche decisioni irrevocabili”. Quali siano queste decisioni non è dato sapere. C’è chi ipotizza le dimissioni, ma, anche chi pensa ad una richiesta del sindaco al presidente Bisceglia di lasciare la carica. Il sindaco, infatti, addebiterebbe a quest’ultimo la mancata condivisione degli argomenti da discutere in consiglio comunale.
Sull’argomento, come fa dal marzo scorso, il primo cittadino non ha voluto rilasciare dichiarazioni limitandosi a dire che non esiste alcun attrito tra le due più alte cariche istituzionali cittadine. Resta, però, il mistero della non disponibilità della copia della convocazione del consiglio allegata all’albo pretorio del Comune.
Dall’opposizione da registrare la presa di posizione dei quattro consiglieri del gruppo Pd (Marco Villano, Paolo Santulli, Elena Caterino e Alfonso Golia) che hanno dichiarato: “Ci auguriamo che le voci che si rincorrono in queste ore non siano vere. Stralciare gli ordini del giorno sulla costituzione di parte civile, con la regia del primo cittadino, sarebbe un atto grave, la dimostrazione che il sindaco teme un dibattito sull’argomento. Noi invece siamo per il confronto e per la massima trasparenza nei confronti dei cittadini. Abbiamo già detto che per noi è stato un errore aver rinunciato a tutelare l’interesse della città e aver impedito al consiglio comunale di discutere più volte la questione appellandosi a pregiudiziali che non avevano fondamento. Ci auguriamo che questa volta il presidente difenda le prerogative e l’autonomia del consiglio comunale e non si pieghi ai diktat del sindaco come in occasione della fuga dal civico consesso, quando fu determinante per far venire meno il numero legale”.