“L’attaccamento alle poltrone è senza confini”. Queste le parole del consigliere comunale Daniele Paolo Sbano dopo il reintegro di Carmine Palmiero alla presidenza della Commissione Politiche Sociali. Ruolo per il quale era stato sfiduciato, proprio a favore di Sbano, dai componenti della commissione appartenenti alla maggioranza consiliare. Poi l’intervento della segretaria comunale che ha ritenuto illegittima la sfiducia.
“Il consigliere Palmiero, – commenta Sbano – inesperto politicamente, ritiene che un parere, tra l’altro non vincolante, possa superare un verbale di commissione o una nomina di un diverso presidente. Il verbale in questione può essere impugnato tassativamente innanzi al Tar ed eventualmente, poi, al Consiglio di Stato e soltanto il passaggio in giudicato della pronuncia potrebbe rimodulare la presidenza della commissione politiche sociali. Ma, al di là del lato tecnico e regolamentare, è opportuno ricordare agli altri che il regolamento non contempla la sfiducia al presidente delle commissioni consiliari permanenti solo perché è pacifico che avendo la maggioranza di tre componenti su cinque ne designa il presidente”.
“I redattori del regolamento interno – continua Sbano – mai avrebbero potuto immaginare che un presidente di commissione che passa dalla maggioranza alla minoranza vorrebbe continuare ad avere le funzioni di presidente. Solo questo il motivo per il quale non è stato normato in tal senso perché auspicavano il buonsenso avrebbe sempre prevalso. Pertanto, giuridicamente parlando, non potendo il parere del segretario generale superare il verbale della commissione Politiche Sociali, resta tutt’ora valido e in carica il nuovo presidente eletto a maggioranza dei componenti, ossia il sottoscritto.
“Ove mai volesse impugnare tale verbale – sostiene Sbano – può farlo solo innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale. Quindi, se ne faccia una ragione il consigliere Palmiero e si metta l’animo in pace che non è più il presidente della commissione politiche sociali”.