Ogni giorno a Villa Literno, comune di 12.000 abitanti nella provincia di Caserta, lo Stato spende dai 13.200 ai 16.400 euro per l’accoglienza dei “poveri” migranti.
Il sindaco, Nicola Tamburrino, esponente del Partito Democratico, mi ha comunicato personalmente che non intende attivare lo Sprar. Dunque, chiunque vorrà arrivare nel Comune del casertano, sarà il benvenuto. Eppure, qualche grana si è avuta nei mesi scorsi, sempre sulla questione immigrazione. Coloro che arrivavano clandestinamente, venivano sbattuti tra criminalità organizzata e caporalato. Pagati a 5 euro l’ora per 10 ore di lavoro nei campi. Sul caso intervenne personalmente il Prefetto.
Ma fin qui, tutto ok. Sappiamo che a sinistra son buoni e accoglienti, noi a destra cattivi e razzisti. Ma il punto è che Villa Literno ha i conti in rosso. Lo scorso ottobre per il mancato rispetto del patto di stabilità interno, gli venne affibbiata una sanzione da un milione di euro. Un provvedimento arrivato sull’onda lunga del procedimento di controllo attivato dalla Corte dei Conti, definito nel maggio 2016 e che aveva spalancato le porte alla dichiarazione di dissesto.
Ciò nonostante, si spendono tra i 409.200 e i 508.400 euro, oscillando annualmente tra i 4.910.400 e i 6.100.800 di euro. Mi chiedo perché quei soldi, anziché spenderli al sostentamento degli extracomunitari, non vengono spesi per i cittadini italiani.
Ma non stupiscono gli atteggiamenti di tale amministrazione, visto che nella stessa è presente una consigliera comunale che nel suo curriculum non ha alcuna esperienza lavorativa. E nonostante tutto ha capito che far politica rende più di cercare occupazione.
Pietro Serra (Alternativa Futura per l’Italia)