Camorra, gli agguati di Setola a Trentola Ducenta: arrestato Gabriele Brusciano

di Redazione

I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Gabriele Brusciano, 39 anni, detto “Massimo”, affiliato al gruppo Setola del clan dei casalesi.

Brusciano, secondo quanto riscontrato dai carabinieri sulla base di dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, risulta aver preso parte al gruppo di fuoco che, il 12 dicembre del 2008, a Trentola Ducenta, a brevissima distanza temporale, pose in essere un duplice tentato omicidio nei confronti di due differenti obiettivi: Salvatore Orabona e Pietro Falcone, con i loro rispettivi nuclei familiari.

Le motivazioni del duplice tentato omicidio sono da ricondurre nell’ambito della “strategia del terrore” attuata dalla frangia facente capo a Giuseppe Setola. Orabona e Falcone, anch’essi gravitanti nell’area della criminalità organizzata operante nel territorio casertano, erano oramai entrati in rotta con il gruppo Setola e per questo dovevano essere eliminati.

La sera del 12 dicembre 2008 il commando, composto da otto persone, tra cui Brusciano, armati di pistole e kalashnikov, si recarono prima nei pressi dell’abitazione di Orabona e con il pretesto di offrirgli una torta ed una bottiglia di champagne provarono a tendergli una trappola.

Gabriele Brusciano

Non riuscendo nel loro intento per l’inaspettato comportamento della vittima designata, che, intuito il pericolo, evitò di portarsi al cospetto dei killer riparandosi nell’abitazione, esplosero al suo indirizzo numerosissimi colpi d’arma da fuoco che però non lo attinsero.

Subito dopo il primo attentato si diressero verso il secondo obiettivo, Falcone. In tale circostanza il commando, a causa di un errore nella individuazione dell’abitazione di quest’ultimo, esplose una serie impressionante di colpi d’arma da fuoco all’interno dell’appartamento in cui dimorava una famiglia del tutto estranea alle logiche criminali, così da ferire gravemente una donna, una 46enne del posto. Per questi delitti furono arrestati all’epoca alcuni membri del commando.

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