I finanzieri di Malpensa, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno portato a termine un’articolata operazione denominata “Cash in the clouds” finalizzata al contrasto al traffico illegale transfrontaliero di valuta. In particolare, negli ultimi mesi, sono stati selezionati e sottoposti a controllo, in seguito ad un’accurata attività di intelligence e di profiling, quasi 4mila passeggeri in partenza e in arrivo, dalle nazionalità più disparate, con ingenti quantitativi di valuta contante al seguito.
Quasi 1.900 soggetti hanno violato la normativa oggi vigente che prevede, per i passeggeri, l’obbligo di dichiarare in Dogana gli importi di denaro contante portati al seguito, pari o superiori a 10.000 euro. L’obbligo della dichiarazione, oltre a consentire un costante monitoraggio dei flussi monetari, assolve anche al compito di arginare il fenomeno del riciclaggio dei proventi criminali ed il finanziamento del terrorismo.
Nel periodo in esame, sono state comminate nei confronti dei passeggeri verbalizzati, sanzioni amministrative per un importo complessivo di circa 600mila euro e sono stati effettuati sequestri per un importo complessivo che sfiora i 400mila euro, (mentre le somme di denaro contante complessivamente intercettate “in partenza e in uscita” dall’aeroporto di Malpensa sono pari a quasi 40 milioni di euro.
In molti casi, la verbalizzazione costituisce solo il primo step di un ciclo investigativo ben più ampio, finalizzato al contrasto dell’evasione fiscale e del riciclaggio dei proventi illeciti. Gli accertamenti effettuati nei confronti delle persone controllate hanno consentito infatti di scoprire, in diverse circostanze, che le predette somme erano trasportate da soggetti completamente sconosciuti al Fisco. All’uopo, per i successivi approfondimenti sotto il profilo economico-finanziario, di volta in volta sono stati interessati i Reparti del Corpo territorialmente competenti.
Un particolare aspetto merita il confronto “sul campo” tra l’operatore di polizia ed il corriere di valuta, che ricorre a metodologie di occultamento delle banconote che sono divenute, nel corso degli anni, sempre più elaborate e, purtroppo, molto simili a quelle che vengono scoperte nell’ambito del contrasto al narcotraffico internazionale.
Ad esempio, nel mese di luglio scorso, nel corso dei controlli effettuati nei confronti di un cittadino cinese, l’abilità e l’esperienza degli operanti permettevano di rinvenire 18.500 euro in contanti, nascosti all’interno di pennarelli dei figli del passeggero.
In un altro caso, i militari sottoponevano a controllo un imprenditore nigeriano operante nel torinese, in partenza per Lagos (Nigeria); nel corso dell’attività di controllo venivano rinvenute alcune buste chiuse contenute in fustini di detersivi in polvere e risultate contenere 205mila euro, in parte anche falsi.
I risultati sopra evidenziati, conseguiti anche grazie al contributo delle unità cinofile specializzate (cash dog), danno il senso dell’importanza del servizio svolto da quanti, appartenenti alle varie Istituzioni preposte, vigilano sulla salvaguardia degli interessi economico-finanziari nazionali e comunitari, anche e soprattutto nel rispetto degli obblighi fiscali nonché a tutela della maggioranza dei cittadini onesti.
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