Oltre 5 milioni di euro, risparmi di una vita, affidati da decine di ignari investitori modenesi e di altre province, nelle mani di un promotore finanziario, con l’ingannevole prospettiva di consistenti guadagni ed utilizzati, invece, per l’acquisto personale di beni di lusso, auto prestigiose e vacanze in luoghi esotici.
Sono questi gli elementi di una decennale truffa scoperta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Modena nell’ambito di complesse e articolate indagini di polizia economico-finanziaria coordinate dal Procuratore della Repubblica del capoluogo geminiano, Lucia Musti, e dal pubblico ministero Claudia Ferretti.
La raffinata architettura fraudolenta ricostruita dall’attività delle Fiamme Gialle modenesi ricalca il cosiddetto “schema Ponzi”, un meccanismo illecito ideato dall’emigrato italiano Carlo Tebaldo Ponzi e salito alla ribalta delle cronache internazionali, alla fine del 2008, con l’arresto (e la successiva condanna a 150 anni di carcere) del Broker statunitense Bernard Madoff e, più di recente, utilizzato dal “nostrano” Madoff dei “Parioli” per una analoga truffa ai danni di personaggi dello spettacolo, sportivi ed esponenti dell’alta borghesia romana.
Si tratta, in estrema sintesi, di un sistema attraverso il quale un intermediario, promettendo lauti guadagni, riesce a convincere un numero inizialmente limitato di investitori ad affidargli notevoli somme di denaro che, in parte, vengono poi utilizzate per corrispondere “finti” interessi ed aumentare, così, l’appetibilità dell’investimento, dando il via ad un circolo “vizioso” in grado di attirare nuovi clienti, a loro volta remunerati con le provviste fornite dai precedenti. Il tutto avviene senza alcun reale investimento in titoli, cosicché il promotore, una volta accumulato un patrimonio sufficiente ai suoi scopi, possa far perdere le sue tracce lasciando alle proprie vittime ingenti perdite economiche.
Basandosi su questo collaudato schema, un promotore finanziario modenese, A.A., è riuscito ad ottenere da oltre 30 clienti (sebbene il numero di vittime sia ancora parziale) oltre 5 milioni di euro che, invece di essere investiti in operazioni speculative, sono serviti a garantire al truffatore un tenore di vita ben al di sopra di quello che i risparmiatori ingannati speravano di ottenere grazie ai prospettati guadagni.
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno tratto origine dall’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette che evidenziavano movimenti di denaro ingiustificati tra l’organizzatore dell’imponente truffa e V.I., di Modena, titolare di una rivendita di tabacchi.
Incrociando i dati delle movimentazioni finanziarie con quelli rilevati attraverso le banche dati a disposizione, i militari hanno scoperto che A.A., in passato già broker per conto di importanti banche, effettuava, in corrispondenza di accrediti giustificati dai disponenti come provvista per investimenti vari, acquisti di oggetti preziosi (oggetti da collezione letteraria e numismatica, orologi dalle marche prestigiose e auto sportive) e spese personali (anche per frequenti viaggi in luoghi esotici) tali da garantirgli un elevato tenore di vita, evidentemente non corrispondente alle proprie disponibilità economiche.
Di contro, dall’esame delle principali piattaforme di trading, i Finanzieri non hanno rilevato alcun reale investimento, circostanza che ha permesso di ipotizzare alla locale Procura della Repubblica la sussistenza di un meccanismo illecito e di far scattare una serie di mirate perquisizioni e conseguenti sequestri nei confronti dei due principali autori della truffa e del successivo riciclaggio dei proventi.
Proprio nel corso delle attività di polizia giudiziaria delegate dalla citata Autorità Giudiziaria, le Fiamme Gialle si sono trovate davanti un significativo “tesoretto”, costituito da monete e francobolli da collezione, testi antichi in tiratura limitata e orologi del valore di decine di migliaia di euro, tutto acquistato dal broker indagato grazie alle somme che gli ignari clienti pensavano fossero state investite.
È’ grazie alle testimonianze di gran parte delle vittime finora individuate che è emersa la reale portata dell’inganno, anche la cifra, così come il numero delle vittime, è destinata ragionevolmente a crescere, le somme ricostruite ad oggi, per la gran parte costituite da risparmi di una vita messi da parte con sacrificio da pensionati, giovani coppie desiderose di offrire ai propri figli una certa sicurezza in futuro, lavoratori, famiglie con vicende personali anche emotivamente toccanti.
Al fine di garantire un minimo ristoro alle aspettative frustrate delle vittime la Guardia di Finanza di Modena e l’Autorità Giudiziaria hanno sottoposto a sequestro i beni rinvenuti nel corso delle perquisizioni, ad oggi valutati circa 250mila euro, procedendo ad ulteriori accertamenti con lo scopo di individuare altre parti lese ed ogni eventuale disponibilità patrimoniale accumulata dall’indagato principale per mezzo della truffa.
Gli ulteriori approfondimenti dei militari della Sezione Riciclaggio del Nucleo di Polizia Tributaria hanno permesso di qualificare, ancora più nel dettaglio, le condotte del “Madoff” modenese che, nel frattempo, aveva iniziato a rivolgersi ad alcune delle vittime promettendo il risarcimento delle somme investite in cambio della rinuncia ad eventuali azioni legali.
Anche alla luce di questi tentativi di “inquinamento probatorio”, oltre che della elevata probabilità che i responsabili potessero reiterare le condotte contestate, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, Eleonora Pirillo, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di A.A. e I.V., cui i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno dato esecuzione. Le indagini, ora, procederanno anche al fine di individuare ulteriori parti lese ed assicurare loro ogni possibile ristoro patrimoniale.
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