Bigliettini scritti a mano con cui il mittente credeva di segnalare un abuso, che, invece, non c’era. “L’auto è ancora qui”, ha scritto, infatti, nel secondo messaggio. Una comunicazione carica di odio che ha distrutto psicologicamente l’invalido. Il disabile era appena tornato da Bologna – dove aveva un appuntamento di lavoro – accompagnato da alcuni colleghi.
“Ma dove avrebbe dovuto parcheggiare mio figlio? – ha dichiarato la mamma dell’uomo al Resto del Carlino – Il tempo massimo dei 20 minuti era sui cartelli della sosta normale, per le auto dei normodotati, ma non su quello dell’area riservata alla sosta per i disabili. Già mio figlio deve convivere con i suoi problemi di salute e di mobilità. Già ci si trova troppo spesso a combattere contro coloro che usano in modo improprio gli spazi che sarebbero destinati ad altri. E ritrovarsi presi in giro e offesi non è assolutamente giusto”.
Il disabile e la madre hanno deciso di rivolgersi alle autorità: “Denunciamo ai carabinieri quanto successo, per il reato di calunnia – ha concluso la donna – Non si trattano così le persone. Mio figlio non è un normodotato che ha usato in modo irregolare degli spazi destinati ai disabili. Ha usufruito di uno spazio che gli spetta per legge”.