Santa Maria Capua Vetere, uccise un imprenditore agricolo: arrestato albanese

di Redazione

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Roland Turshilla, albanese di 34 anni, ritenuto responsabile, in concorso, di rapina e omicidio.

Il provvedimento riflette gli esiti di un’articolata attività investigativa (dal settembre 2015 al dicembre 2016), coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha consentito di far luce sul grave fatto di sangue consumato, in data 23 settembre 2015, ai danni dell’imprenditore agricolo Pasquale Guarino.

L’analisi dei fatti e dei contributi investigativi raccolti ha consentito di effettuare un’univoca ricostruzione della complessa vicenda delittuosa che è culminata con l’assassinio dell’imprenditore di Santa Maria Capua Vetere. In particolare, secondo la prospettazione operata dagli inquirenti e integralmente condivisa dal gip, Turshilla, approfittando del rapporto d’impiego che all’epoca lo legava alla vittima, ha fornito ad altri compici determinanti informazioni sugli spostamenti e sulle abitudini di Guarino, affinchè questi potessero perpetrare, ai suoi danni, una rapina finalizzata all’appropriazione di una cospicua somma di danaro, dallo stesso incassata, poco prima, al mercato ortofrutticolo di Maddaloni.

L’uomo di origine albanese, agendo, pertanto, da autentico “basista”, ha accuratamente segnalato ad altri connazionali gli spostamenti di Guarino tra il mercato ortofrutticolo maddalonese e il fondo agricolo, in località Cuparella del comune di Santa Maria Capua Vetere, dove l’imprenditore sammaritano – a seguito della reazione perpetrata nei confronti di rapinatori – è stato attinto, alla presenza dei suoi operai e dello stesso Turshilla, da due colpi di pistola.

L’impianto indiziario, integrante i presupposti cautelari, è stato edificato attraverso elaborate attività tecniche di natura intercettiva, nonché mediante un accurato lavoro di analisi sia delle immagini immortalate da alcune telecamere insistenti sulla vasta area dell’evento omicidiario, oltre che delle informazioni raccolte attraverso i tabulati di traffico telefonico pregresso, il tutto avvallato, poi, dalle dichiarazioni rese da alcune persone informate sui fatti.

Il gip, concordando con la richiesta di misura coercitiva avanzata dalla Procura, anche per quanto riguarda la sussistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari, ha disposto, per Turshilla, la misura restrittiva della “Custodia cautelare in carcere. Anche ulteriori soggetti – allo stato irreperibili – sono stati raggiunti da provvedimenti cautelari in relazione alla vicenda.

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