Somalia, 358 morti nell’attacco a Mogadiscio

di Redazione

Il bilancio dell’attentato di sabato a Mogadiscio, in Somalia, è salito a 358 morti. Si tratta del peggior attacco di sempre nella storia pur tormentata del Paese. Il premier ha annunciato di aver decretato lo “stato di guerra” contro gli Shabaab e che vi sarà una nuova offensiva contro gli estremisti islamici. Quest’ultima, ha riferito una fonte militare somala coperta dall’anonimato, sarà supportata dagli Stati Uniti.

Nella “guerra” contro i miliziani islamici saranno impiegati migliaia di uomini, ha reso noto il portavoce dell’esercito Abdullahi Iman. L’obiettivo è quello di cacciare gli shabaab dalle roccaforti nelle regioni del Basso e del Medio Shabelle, da dove sono stati lanciati ripetuti attacchi contro la capitale e contro le basi militari somale e dell’Unione africana.

Venerdì migliaia di persone si sono radunate in preghiera nel luogo dell’attentato. Oltre ai 358 morti accertati, ci sono 228 feriti e 56 persone risultano ancora disperse. Tra i feriti, 122 sono stati trasportati in aereo negli ospedali di Turchia, Sudan e Kenya.

Secondo l’intelligence somala, a bordo del camion bomba che ha provocato la strage c’erano tra i 600 e gli 800 chilogrammi di esplosivo. Il vero obiettivo degli estremisti era il blindatissimo aeroporto internazionale di Mogadiscio, dove hanno sede molte ambasciate straniere. Il camion bomba è però esploso in una strada affollata.

Dall’elezione, in febbraio, del presidente somalo, il governo ha lanciato numerose offensive contro gli estremisti islamici e gli Stati Uniti, che hanno circa 400 uomini in Somalia, hanno compiuto ripetuti attacchi con droni contro gli shabaab.

L’organizzazione integralista islamica somala, divenuta cellula di Al Qaida dal 2012 e che vuole imporre alla Somalia una versione estrema della legge islamica (la Sharia), non ha rivendicato l’attentato. Due giorni fa il presidente somalo ha fatto appello alla nazione affinché si unisca a livello di politica e di società per lottare contro la minaccia del gruppo terrorista islamico sunnita nato intorno al 2006. L’appello “a liberare il Paese dagli shabaab” è venuto anche dal sindaco di Mogadiscio, Thabit Abdi Mohammed.

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