“Ci sono stati errori da ambo le parti. Da un lato, un’esagerazione del governo nazionale, nel reprimere una manifestazione civile di un popolo; dall’altra una spettacolarizzazione di alcuni indipendentisti spregiudicati”. Così l’europarlamentare Nicola Caputo, del gruppo S&D, ha commentato, in occasione della seduta plenaria del Parlamento Europeo di Strasburgo, il caso del referendum sulla Catalogna, degenerato nell’azione violenta delle autorità spagnole contro gli indipendentisti.
“Penso come sempre che il dialogo debba essere favorito”, sottolinea Caputo, per il quale “da questo punto di via l’Ue deve far valere la carta fondamentale dei diritti e deve riconoscere lo stato di diritto che c’è in spagna. Partendo da questa posizione poi cercare di mediare tra le parti”. Secondo Caputo “un’indipendenza della Catalogna potrebbe generare una serie di situazioni pericolose in altre zone d’Europa, come in Italia: vedi i referendum in Veneto e Lombardia che possono essere strumentalizzati”. “In questo contesto – riflette – l’ombrello europeo deve servire a tranquillizzare tutti e salvaguardare lo stato di diritto”.
Altro argomento affrontato durante la plenaria è stata la Brexit, la fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea. I progressi di Londra sono stati ritenuti insufficienti su tre punti sostanziali: i diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito, gli impegni finanziari verso l’Europa e i confini tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda.
“Dopo quattro round di negoziazione – spiega Caputo – oltre a buoni propositi e confusione abbiamo ricavato ben poco. Ci siamo espressi in maniera chiara sul fatto che innanzitutto va chiarita la posizione giuridica della Gran Bretagna, dopodiché possiamo discutere dei rapporti con l’Unione Europea”. Sulla guerra di cifre (l’Ue chiede 50-60 miliardi, la premier May si è dichiarata disposta a versane 40), l’esponente del Partito Democratico ritiene che non sarà un decimale in più o meno a determinerà il risultato del negoziato. “La nostra controparte – dice l’europarlamentare – deve prima divenire a tutti gli effetti uno stato extra Ue altrimenti non ne verremo a capo”. Dietro questi ritardi, tuttavia, secondo Caputo si nasconderebbe “l’errore che è stato fatto nel Regno Unito e che non si avrà mai il coraggio di ammettere. Perché qualche problema la Brexit lo determinerà per i britannici, molti dei quali interessati a migrare in altri paesi europei poiché impossibilitati ad esercitare la propria professione”.
All’attenzione dell’europarlamento anche il caso Ryanair e della cancellazione di migliaia di voli, fino al marzo 2018, da parte della compagnia aerea low cost irlandese che hanno lasciato a terra migliaia di passeggeri che stentano ad ottenere un rimborso. “Chiediamo semplicemente alla compagnia di garantire i rimborsi per i passeggeri che avevano prenotato i voli poi cancellati. La causa è da ricercare, a mio avviso, nel dumping sociale praticato in maniera spericolata sulla pelle dei dipendenti da questa compagnia, che cerca così di sbaragliare la concorrenza”. Ma Caputo va oltre: anche alla luce del fallimento della low cost britannica Monarch, operativa dal 1968 è fallita, probabilmente va ripensata l’attuale impostazione del mercato interno in questo settore, così come vanno fatte rispettare le norme europee a tutela dei passeggeri”.
La plenaria ha visto la vittoria di un’importante battaglia per la salute dei cittadini europei. Nonostante l’opposizione di alcune lobby politiche e il lavoro degli ultimi mesi della pesante lobby dei pesticidi, è stata nettamente respinta la proposta della Commissione europea sugli interferenti endocrini che avrebbe escluso alcuni pesticidi potenzialmente nocivi dal divieto generale per le sostanze che alterano il sistema endocrino”.
“Gli interferenti endocrini – ha spiegato l’eurodeputato campano, membro delle commissioni Agricoltura e Ambiente/Salute – sono sostanze che interferiscono con il nostro sistema ormonale. Ne siamo tutti esposti quotidianamente attraverso prodotti come l’imballaggio alimentare, l’abbigliamento, la cosmetica o il cibo. Per questo motivo è dall’inizio del mio mandato che chiedo misure specifiche per evitare i danni causai da queste sostanze. A luglio la Commissione ha presentato, dopo anni di ritardo, una proposta per definire i criteri scientifici utili a identificare gli interferenti endocrini”.
Tuttavia, questa proposta include una deroga per alcuni pesticidi potenzialmente dannosi. Una vera e propria scappatoia per l’industria dei pesticidi. “Abbiamo, quindi, respinto la proposta della Commissione – sottolinea Caputo – perché è nostro dovere rappresentare adeguatamente i cittadini, in particolare quando la spinta al profitto mette in pericolo la loro salute. Ritengo, inoltre, che la mancata inclusione nella proposta della Commissione di una categoria di interferenti endocrini ‘sospetti’ e di riferimenti incrociati nel dispositivo per i dati da considerare siano due carenze inaccettabili”.
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