“Stiamo lavorando per far approvare lo ius soli entro la fine della legislatura”. Così il premier Paolo Gentiloni alla festa per i dieci anni del Pd, a Roma. “Teniamocelo stretto questo Pd – ha poi detto -, perché non so come sarebbe sopravvissuta la sinistra di governo se non avesse assunto la sua forma”. “Dobbiamo essere grati ai diversi segretari, da Veltroni a Bersani. Non sono stati anni facili, conosco le lacerazioni ma bisogna guardare avanti”.
Alla festa dei dieci anni del Pd la scissione è il grande tema comune. Matteo Renzi, che ha preso la parola subito dopo Gentiloni, non ha perso l’occasione per lanciare quindi una stilettata a chi ha lasciato il partito: “A chi ha anteposto il destino personale al destino del Pd minacciando di andarsene e poi andandosene voglio dire che il Pd appartiene al suo popolo e chi se ne va tradisce se stesso. Basta con i rancori, sentiamoci tutti a casa nostra”. E poi: “Se non ci fossero stati i democratici la sinistra italiana sarebbe irrilevante”.
Sul candidato premier Renzi ha spiegato: “Non mi interessa chi lo farà, mi interessa come, come fa la battaglia in Europa”. Mentre sulla segreteria non ha nessuna intenzione di lasciare. Secondo l’ex premier “l’unico avversario del Pd è la destra: la destra populista del M5s e una destra ancora più forte, che mi preoccupa di più, che tiene insieme Berlusconi e Salvini”. Per Renzi “se passa il Rosatellum “avremo di fronte un corpo a corpo in tutti i collegi con i centrodestra”.
Anche Walter Veltroni parla delle divisioni emerse nell’ultimo anno. “Il Pd è la possibile grande risorsa di questa Paese a condizione che sia all’altezza dei principi che lo hanno fatto nascere. La mia vita è diversa ma non sarà mai altrove”, ha affermato l’ex segretario. “La notizia che un elettore sinistra vorrebbe sentire – ha aggiunto – è: un giorno, anche solo 24 ore, senza una scissione o un litigio”. Si deve poter aderire al Pd, “senza che venga chiesto di aderire a una corrente, spesso anticamere di personalismi”.
Il Pd celebra i suoi 10 anni, con una festa su cui pesano le spaccature sulla legge elettorale e l’assenza annunciata di Romano Prodi e dell’ex braccio destro Arturo Parisi, che addirittura ha parlato di un “lutto” dopo il Rosatellum. All’appello mancano anche Pier Luigi Bersani e Guglielmo Epifani.