Il Consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia sul Rosatellum bis. Lega e FI confermano che voteranno solo la legge, ma comprendono le ragioni del governo. Insorgono M5s e Mdp. I 5Stelle definiscono la fiducia un atto eversivo. “E’ emergenza democratica”, dice Di Maio convocando una manifestazione per mercoledì fuori Montecitorio. Di eversione parlano anche gli ex Pd che si appellano a Gentiloni per evitare lo strappo e annunciano il no a fiducia e Rosatellum.
Caos a Montecitorio quando il governo ha posto la questione di fiducia sugli art.1, 2 e 3 della legge elettorale. A chiederla, a nome del governo, è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. La richiesta è stata accolta dai fischi e dalle proteste delle opposizioni. “Venduta, venduta!”, hanno urlato in coro i deputati M5s alla presidente della Camera, Laura Boldrini.
Fuori dall’Aula, intanto, il deputato M5s Alessandro Di Battista, un po’ applaudito e un po’ contestato dalla folla già presente per una manifestazione sul referendum per l’autonomia di Veneto e Lombardia, ha parlato con un megafono in mano contro la legge elettorale. “Che deve fare il popolo se non venire in piazza a protestare contro i nominati da questa legge elettorale? Casini, Verdini, tutta tutta gente che altrimenti sarebbe stata trombata”, ha detto il deputato 5 Stelle. “Tutto questo – ha aggiunto – fa vomitare, è un colpo di Stato istituzionale ad opera di fuorilegge”.
Senza mezzi termini dunque la posizione dei 5 Stelle. “Porre la fiducia è un atto eversivo contro la democrazia, la libertà del voto e la sovranità dei cittadini – ha tuonato il capogruppo M5s alla Camera, Simone Valente -. Il tutto con la complicità di Lega e Forza Italia che, sulla carta, sono all’opposizione, ma che fanno parte di questo grande e vergognoso inciucio contro i cittadini”. Ha rincarato la dose il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che, convocando per mercoledì mattina una manifestazione di protesta davanti a Montecitorio, ha detto: “L’intento è distruggerci, quello che otterranno sarà rafforzarci”.
Dura anche la reazione di Mdp contro la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale. “Rivolgiamo un estremo appello al premier Gentiloni affinché tenga fede all’impegno assunto in Aula ed eviti che questo strappo, che riteniamo addirittura più grave rispetto a quello sull’Italicum, non venga compiuto”, ha dichiarato il capogruppo Mdp Francesco Laforgia. “Mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere è oltre i limiti della democrazia. Qui si sta scherzando col fuoco”, gli ha fatto eco il coordinatore di Mdp Roberto Speranza.
“Al Pd non è bastato imporre con la fiducia una legge elettorale, l’Italicum, affondata subito dopo dagli elettori col referendum sulla riforma costituzionale. Adesso ci riprovano con una nuova forzatura inaudita che ci auguriamo abbia lo stesso esito di quella precedente. Perseverare, in questo caso, è davvero diabolico”. Lo hanno affermato i capigruppo di Sinistra Italiana Giulio Marcon e Loredana De Petris.
Contraria alla fiducia sul Rosatellum bis anche Giorgia Meloni che si è appellata a Sergio Mattarella. Ovviamente il Capo dello Stato non può entrare nella sfera delle competenze del presidente della Camera, ma ha fatto comunque trapelare di considerare “positivo” l’impegno in Parlamento per giungere a una nuova legge elettorale che abbia “ampio consenso”, sottolineando che la fiducia rientra nel rapporti tra Parlamento e governo.