“L’appello di senatori a vita per l’approvazione della legge, impropriamente definita sul ‘testamento biologico’, così come trasmesso dalla Camera, è un contributo utile che non rileva, però, l’approfondito dibattito svolto in Commissione Igiene e Sanità”. Lo dichiara il senatore Lucio Romano, bioeticista, esponente di Democrazia Solidale e componente della Commissione Igiene e Sanità.
“Riflessioni – sottolinea il parlamentare aversano – che hanno evidenziato, con opportune argomentazioni, l’esigenza di emendare alcune criticità. E ciò, per quanto mi riguarda, non significa impedire l’approvazione di una legge bensì approvarla con le modifiche necessarie nella doverosa tutela della relazione di cura tra medico e paziente. Temo che proprio una posizione rigida, contro anche ragionevoli modifiche, rischia di bloccare l’iter legislativo e affossare una legge su cui l’impegno della Camera è stato significativo”.
“Ancora una volta – conclude Romano – si ribadisce, con i pochi emendamenti che ho presentato, l’esigenza di riconoscere l’alleanza di cura, nella corretta coniugazione tra autonomia del paziente e competenza del medico, tra sofferenze e cure palliative, tra accompagnamento e pianificazione condivisa delle cure, tra dignità e proporzionalità dei trattamenti. No ad abbandoni e all’accanimento clinico. Si alla tutela dei diritti e della dignità di ogni persona, soprattutto in condizioni di particolare fragilità”.