Aversa – “La cosa che più mi ha fatto piacere è che abbiamo fatto le nostre scelte, le scelte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord all’unanimità. Siamo stati tutti uniti superando ogni tipo di steccato per la difesa dell’Avvocatura e la risoluzione dei suoi problemi”. Gianfranco Mallardo, avvocato di Giugliano in Campania, già consigliere dell’ordine degli avvocati di Napoli, è il primo presidente dell’ordine forense di Napoli Nord, che, prima di rispondere ad una serie di domande, ha inteso sottolineare il clima di collaborazione e di unità presente nell’organismo forense dopo l’agone elettorale che ha visto tre liste in campo, caratterizzate soprattutto dalla territorialità, tra gli avvocati ex Napoli e quelli ex Santa Maria Capua Vetere.
Quindi, non vi sono stati problemi tra casertani e partenopei come si era paventato in un primo momento?
“No, assolutamente. É prevalso in tutti noi lo spirito di corpo. Abbiamo tanti problemi in questo nuovo circondario. Dobbiamo iniziare praticamente da zero, per cui non ci sono né tempo né voglia per le divisioni. In prosieguo ci sarà un ruolo anche per il collega Alfonso Quarto che è stato mio diretto competitor alla carica di presidente. Abbiamo votato a schede aperte in un clima, ripeto, di unità”.
Quali saranno i primi problemi che andrete ad affrontare?
“Innanzitutto i problemi che affliggono a livello nazionale la categoria. Per quanto riguarda il Circondario di Napoli Nord, bisogna evidenziare che siamo in un territorio afflitto da una crisi economica grave e, quindi, c’è la necessità di trovare nuovi mercati. Al nostro Ordine sono iscritti tantissimi giovani. Per questo è necessario dare vita ad una politica forense che guardi soprattutto al loro inserimento nella vita professionale”.
Quali sono i problemi per il funzionamento della Giustizia nel Circondario di Napoli Nord?
“I problemi non sono relativi alle strutture, ma al personale di cancelleria. Una situazione che è tanto più grave presso gli uffici dei giudici di pace. Una situazione tanto più grave se si tiene conto che lo Stato ha demandato le spese per il mantenimento degli uffici ai comuni. Ad Aversa, tanto per fare un esempio, una volta iscritta una causa a ruolo bisogna attendere due anni perché si tenga la prima udienza. Insomma, un caso concreto di denegata giustizia. A Marano, invece, i locali uffici del giudice di pace rischiano la chiusura perché manca il personale di cancelleria e il comune non riesce a farsi carico dei costi. Ovviamente si tratta di disfunzioni che colpiscono in primo luogo il diritto dei cittadini ad ottenere giustizia”.