Aversa – Buone notizie in vista per i trapiantati di fegato dell’Agro Aversano, il presidente dell’Aitf (Associazione Italiana Trapiantati Fegato), Franco Martino, ha incontrato il direttore generale dell’Asl di Caserta, Mario De Biasio, e quello sanitario, Arcangelo Correra.
Nel corso dell’incontro sono state rappresentate le criticità esistenti nel reparto di Gastroenterologia ed Epatologia del presidio ospedaliero ‘San Giuseppe Moscati’ di Aversa per quanto attiene l’assistenza ai trapiantati/trapiantandi di fegato: inesistenza di un locale a loro dedicato; mancanza di un infermiere che ne coordini gli appuntamenti e le attività; mancanza di un medico specialista (oltre al primario) che sia loro dedicato affinché possa seguirli con la dovuta attenzione nella valutazione dei dosaggi per le conseguenti prescrizioni dei farmaci antirigetto; un laboratorio analisi che non riesce ad analizzare nei tempi prescritti i valori ematici, determinanti per i giusti dosaggi nelle accennate prescrizioni; mancanza di un percorso multidisciplinare interno per i dovuti controlli. Tutte attività che oggi vengono assicurate solo grazie all’abnegazione di primario e personale addetto al reparto del nosocomio aversano.
Il direttore generale ha fatto suo l’intero dossier che il presidente Martino gli ha consegnato quale promemoria e ha incaricato il direttore sanitario Correra di seguire personalmente la vicenda, affinché venisse fatto tutto il possibile per poter offrire una migliore assistenza ai pazienti in questione, oltre che interessarsi più direttamente delle inadempienze verificatesi nei confronti delle disposizioni pervenute dalla Regione.
De Biasio, si è anche impegnato a convocare al più presto il medico responsabile del reparto di gastroenterologia dell’ospedale ‘Moscati’ di Aversa, per individuare di concerto con quest’ultimo le più adeguate soluzioni ai problemi evidenziati. Oltre a ciò, è stata colta l’occasione per evidenziare altre criticità, quale: l’esigenza di una maggiore professionalità, non disgiunta da una certa sensibilità umana, da porre in essere negli approcci con i pazienti da parte di qualche funzionario di distretto, nel rispettare la dignità delle persone più deboli.