I dati sulla sopravvivenza netta a cinque anni dalla diagnosi nei casi incidenti tra il 2005 e il 2009 nell’ultimo rapporto Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), relativo all’anno 2016 in Campania, parlano chiaro: l’89% sopravvive al cancro alla prostata; l’84% a quello alla mammella; il 59% al colon-retto; il 31% allo stomaco; il 19% al fegato; il 13% al polmone e il 9% al pancreas. Elevata la percentuale per il melanoma: l’80%.
A vincere il cancro al corpo dell’utero è il 75% delle donne campane, seguite da quelle in cui si è manifestato alla cervice – il 64% – e all’ovaio col 39%. Non sono da meno gli uomini: ben l’86% sconfigge il tumore al testicolo. L’87% dei cittadini nella nostra regione annienta invece il cancro alla tiroide, mentre il 45% le leucemie. Ad avere la meglio sul linfoma di Hodgkin è l’85% dei campani, a differenza di quelli che guariscono dal linfoma non di Hodgkin (63%).
Questi ed altri dati sono stati diffusi e approfonditi nel corso del congresso “Pensa alla tua salute”, ideato con l’omonimo progetto da Daniele Grumiro, nutrizionista oncologico, presentato giovedì 26 ottobre nella sede dell’VIII Municipalità (che ha dato il patrocinio all’evento) a Piscinola.
“L’iniziativa nasce per sensibilizzare i cittadini alla prevenzione. – spiega Grumiro – I dati confermano che la Campania rientra tra le regioni dove c’è ancora una bassa percentuale di cittadini che sono attenti ai controlli periodici e agli screening istituzionali. Se da un lato la letteratura scientifica conferma un’incidenza tumorale maggiore al nord Italia, la sopravvivenza nella nostra regione risulta più bassa anche per la scarsa sensibilità alla prevenzione. Quando si parla di prevenzione non bisogna limitarsi alle fasi che precedono l’insorgenza della malattia (prevenzione primaria), ma occorre considerare anche i casi in cui la malattia è già presente e si deve intervenire con una diagnosi precoce (prevenzione secondaria) oppure con una prevenzione finalizzata a ridurre il rischio di recidive (prevenzione terziaria). Il progetto è strutturato su tutti e tre i livelli di prevenzione ed ogni coinvolgimento risponde ad una logica ben precisa”.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità il buono stato di salute è rappresentato dal benessere psico-fisico e sociale e non dalla semplice assenza di malattia. Tuttavia paradossalmente la grande disponibilità di cibo e la sempre più diffusa sedentarietà hanno modificato gli stili di vita, determinando l’aumento dell’incidenza di alcune delle principali patologie degenerative quali: i tumori, le malattie cardiovascolari, il diabete, l’artrosi, l’osteoporosi, la calcolosi biliare, lo sviluppo di carie dentarie, il gozzo di carenza iodica, l’anemia da carenza di ferro. Stando ai dati dell’American Institute for Cancer Reserarch (Aicr), oltre il 30% dei tumori è direttamente riconducibile all’alimentazione, intesa sia in termini quantitativi che qualitativi.
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