Esistono santi di serie B? A questa domanda si dovrebbe rispondere ‘no’. E invece le cose non stanno così. Se San Gennaro non dice mai di no e puntualmente il sangue, raccolto dopo la sua decapitazione, contenuto nell’ampolla conservata al Duomo di Napoli, si scioglie più volte all’anno, in particolare il 19 settembre, giorno della decapitazione del santo, creando un evento diventato mediatico grazie ai mezzi d’informazione, c’è un altro santo che non dà vita ad un miracolo pari a quello di San Gennaro: è San Pantaleone, la cui vita ma soprattutto la cui morte ha molti punti di affinità con quella di San Gennaro.
Napoletano di nascita, vescovo e martire, vissuto nel terzo secolo, San Gennaro fu decapitato a Pozzuoli il 19 settembre del 305 dopo Cristo. Il suo sangue, raccolto da una donna, si scioglie puntualmente tre volte all’anno a Ravello, nell’alta costiera amalfitana. E’ un miracolo, ma a realizzare questo stesso miracolo è San Pantaleone, probabilmente dimenticato dai media, medico cristiano nato a Nicomedia, città dell’Anatolia, l’odierna Izmit in Turchia, nel terzo secolo, al tempo delle persecuzioni di Diocleziano.
Pantaleone fu martirizzato a Nicomedia dove, per ordine dell’imperatore Massimiliano, fu prima torturato e poi decapitato per non avere rinnegato la fede in Dio. Era il 27 luglio 305 dopo Cristo. In questo giorno, come accade per San Gennaro, il sangue di San Pantaleone, raccolto da una donna, conservato nell’ampolla custodita nel duomo di Ravello, si scioglie regolarmente e resta così per alcuni giorni.
Due santi vissuti nello stesso secolo, martirizzati e decapitati nello stesso anno, a distanza di poco più di un mese, il cui sangue, raccolto in entrambi i casi da donne e conservato in ampolle si scioglie regolarmente nel giorno della ricorrenza dalla loro nascita al cielo. Due santi che i media hanno classificato portandone uno in serie B malgrado San Pantaleone sia protettore dei medici e delle ostetriche.