Furti in auto nelle aree di sosta di Caserta e Teano, arrestato “predatore”

di Redazione

Gli agenti della Sottosezione di Polizia Stradale di Napoli Nord hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Salvatore D’Arco, ritenuto dedito alla consumazione di furti su autovetture in sosta all’interno delle aree di servizio autostradali, San Nicola Ovest e Teano Ovest.

Insieme ai colleghi della Polizia Stradale di Caserta Nord, mediante l’ausilio delle videocamere di sorveglianza dell’area di servizio San Nicola Ovest, gli agenti avevano modo di osservare l’azione criminosa e riusciva, in seguito a serrate indagini, a giungere all’identificazione di D’Arco. Infatti, dal sistema di sorveglianza si aveva modo di osservare come D’Arco, una volta giunto sull’area di servizio, poneva in essere un’attenta azione di osservazione al fine di individuare l’autovettura da cui prelevare i bagagli o altri effetti personali, salvo poi entrare all’interno del locale bar per verificare il comportamento degli occupanti del veicolo.

Successivamente, e comunque non prima di essersi accertato che gli stessi fossero impegnati a consumare un pasto o a rifocillarsi al bancone del bar, si dirigeva verso l’autovettura individuata e con destrezza riusciva ad aprirla utilizzando dispositivi inibitori di frequenza ovvero mediante la rottura dei vetri delle portiere. Ottenuto così l’accesso all’abitacolo del veicolo lo depredava di quanto in esso custodito e si dava alla fuga a bordo del suo veicolo.

Quanto descritto si verificava nel parcheggio dell’area di servizio San Nicola Ovest, sita in Autostrada A1 alla chilometrica 737 Sud, il 23 agosto scorso a danno di due inglesi e il 10 settembre di due cittadini italiani. Lo stesso si rendeva responsabile, con lo stesso modus operandi, anche di un ulteriore furto a danno di un’autovettura in sosta presso l’area di servizio Teano Est. In seguito a quest’ultimo atto delittuoso posto in essere, mediante l’ausilio delle videocamere di sorveglianza dell’area di servizio, i poliziotti estrapolavano le immagini dell’autore del reato e, non avendo contezza della identità del soggetto ripreso, mediante i sistemi telematici in uso alle forze di polizia, richiedeva la collaborazione alla identificazione dell’indagato.

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