“Cumps – Banco Nuovo” è il nome che gli inquirenti hanno dato all’operazione che ha riguardato il mandamento ionico della provincia di Reggio Calabria e altre regioni d’Italia. 46 le misure cautelari eseguite (in carcere, agli arresti domiciliari e con obbligo di dimora), nell’inchiesta della Dda reggina che avrebbe svelato l’operatività di diverse articolazioni della ‘ndrangheta sui centri di Brancaleone, Africo e Bruzzano Zeffirio, i nuovi assetti organizzativi e i ruoli rivestiti dagli affiliati, rimodellati all’indomani della pace raggiunta dalle cosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella, che aveva visto affermarsi i gruppi “Palamara-Scriva” e “Mollica-Morabito”.
La riorganizzazione degli assetti della ‘ndrangheta sul territorio di Brancaleone avrebbe dato origine ad un “Banco nuovo”, ovvero una nuova “locale” caratterizzata dalla spiccata tendenza degli affiliati a controllare i lavori e le opere pubbliche del comune.
Le indagini hanno portato così alla luce l’esistenza di una pericolosa cellula di ‘ndrangheta di nuova generazione, definita “Cumps”, composta da personaggi che, dicono gli inquirenti, ritenendosi dominatori incontrastati del territorio di Brancaleone, non esitano a ricorrere ad azioni eclatanti pur di affermare il loro predominio, disponendo di armi ad elevato potenziale offensivo.
Le persone finite nell’operazione sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e munizionamento, ricettazione, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta. Sono in corso anche diverse perquisizioni e alcuni sequestri di beni.
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